27 settembre 2013

CONGRESSO PD. Ne parliamo con Toni Jop giornalista dell'Unità



 Iva Testa


Mentre Letta va al Quirinale per un chiarimento sul governo  ....  aumentano le difficoltà del  PD, difficoltà che lanciano sinistri bagliori anche sul suo stesso congresso, un congresso guardato con attenzione da tutti, in particolare dal variegato mondo della sinistra.

Ne parliamo con Toni Jop, veneziano, radici ebraiche che ha  lavorato per quasi quarant'anni  e ci lavora ancora  


Toni Jop



Toni, perché é un congresso così importante?


“Perché il PD si gioca il prossimo futuro e anche quello meno prossimo. Perché sono in gioco anime che possono spostare l'asse dell'azione politica della sinistra italiana, e definitivamente, nell'area del consociativismo e del servizio all'affare. Perché non se ne esce senza che ai circoli venga dato potere reale di scelta e di decisione.....” 


Ritorniamo indietro nel tempo. Il PCI di Berlinguer piaceva a tanti appartenenti alla sinistra. Rigore, questione morale, valori civili, rispetto istituzionale ed altri ancora, erano per quell'uomo gli ingredienti fondamentali che ci separavano dalla destra. Cosa é rimasto, nel PD di oggi, di quel patrimonio?


“Qualcosa nei gruppi dirigenti, quasi tutto nella base”


Il PD si trova al governo, per la prima volta, con il PDL di Berlusconi. Non si poteva fare altrimenti in un governo di emergenza... ma quali potrebbero essere oggi gli alleati del PD per consentirgli di avere una maggioranza in grado di governare il paese?


“Penso che il governo, a queste condizioni, non si doveva fare. sono convinto che la pacificazione tanto invocata vada raggiunta su altre basi, con l'eliminazione dalla scena politica di Berlusconi.  Con lui al tavolo, ogni scelta, ogni azione è viziata dal conflitto di interessi.  Ma non si vuole capirlo, del resto, molti dirigenti non hanno voluto capire molto tempo fa.  Non ho idea di quale sarebbe il miglior possibile alleato della sinistra.  so che il Movimento cinque stelle contiene anche una quantità di spunti non lontani dal sentire e dalla cultura della base di sinistra,  so che converrebbe lavorare seriamente su queste chances,  so che una parte della dirigenza non secondaria non vuole tutto questo. e lo si è visto. al momento non vedo altre strade”


L'Unità é sempre stato l'organo ufficiale di stampa del PCI. Quale parabola ha avuto il giornale alle prese con le numerose svolte del partito?


“L'Unità ha rischiato di diventare da giornale di partito un giornale di corrente. dopo essere approdato ad un consiglio di amministrazione fatto soprattutto di investitori.  Credo che la sua storia (sinceramente gloriosa) lo abbia salvato da questa discesa agli inferi. è sempre stato una voce "terza" rispetto al gioco della politica e del partito, anche quando era "organo".  Continuerà  ad esserlo, perché questa è la via per conservare una voce tanto fondante della sinistra”

Ha senso ancora un giornale di partito o bisogna puntare ad un giornale per un pubblico democratico, includendo, in questo termine, tutte le varie anime culturali che appartengono ai cittadini progressisti del nostro paese?


“L’Unità è sempre stata - almeno da una quarantina d'anni - un imbuto in cui confluivano più culture di sinistra. conviene che questa caratteristica sia rispettata e valutata”


Come valuti  l'attuale situazione politica?


“Tanto e scomodissima”


La crisi economica comporta scelte obbligate soprattutto quelle riguardanti il lavoro.  Con Letta avremo almeno la riforma elettorale e due o tre misure urgenti per l'occupazione?


“E che ne so? me lo auguro. almeno questo” 


Uno sguardo di prospettiva. Secondo gli analisti la crisi ci accompagnerà fino al 2020. Cosa può e deve fare il PD in questo lungo periodo?


“Capirlo e darsi da fare”

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