Dopo qualche mese di silenzio torniamo a scrivere sul nostro Blog.
di Iva Testa
In Sicilia ha vinto l'astensionismo.
Questo è il dato politico più importante delle elezioni regionali dell'isola.
Quasi il 47,4% dei siciliani ha disertato le urne lanciando un segnale forte e preoccupante di protesta e disaffezione rispetto al neonato governo che ha una maggioranza talmente risicata da rendere complesso qualsiasi tentativo di sano intervento sul territorio.
PD, PDL e UDC insieme infatti superano di poco il 36% (meno di un elettore su cinque).
Una vera debacle del centrodestra che in Sicilia ha costruito la sua roccaforte e un dato fortemente significativo: la rottura del patto tra la mafia e il partito di Berlusconi.
Infatti neanche i mafiosi sono andati a votare perchè non c'è nessuno, nell'isola, che garantisca, col voto di scambio, i loro interessi.
E anche il vincitore, Rosario Crocetta ha ottenuto poco più del 30% , meno del 15% di elettori.
Magra consolazione per il primo Presidente gay, già primo sindaco omosessuale a Gela.
Straordinaria, invece, l'affermazione del Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo che, con il suo 15% diventa il primo partito dell'isola.
Giancarlo Cancellieri ha raggiunto il 18% dei consensi dimostrando come Grillo abbia rappresentato l'alternativa al non voto e superando i confini del centro nord.
Ma torniamo all'astensione. La nostra non è quella americana dove non si va a votare perchè è forte la fiducia nei candidati.
Da noi non si è votato per l'esatto opposto: perchè non ci si fida più di nessuno e il segnale arriva forte e chiaro in prossimità delle elezioni politiche del 2013.
Una classe dirigente corrotta, inquisita, con partiti allo sbando allontana i cittadini sempre più vessati soltanto dai provvedimenti iniqui che si susseguono quale che sia la maggioranza al timone.
I rimedi?
Per ora nessuno all'orizzonte. Resta soltanto di assistere impotenti ai valzer di poltrone e interessi e sperare che almeno questa dura lezione siciliana possa servire alle residue forze democratiche per rimboccarsi le maniche e tornare in scena guardando i tanti volti della piazza reale.
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