30 giugno 2013

I CANNONI DI FRANCESCO


Quando a mezzogiorno, a Roma,  spara il cannone del Gianicolo per ricordare l’ora, lo sente solo chi  abita vicino. Non è la stessa cosa per il concorrente che si è affacciato da poco più di tre mesi, dall’altra  sponda del Tevere:  il cannone di Francesco, papa Jorghe Mario Bergoglio. Quando spara, il rumore non  arriva solo ai turisti, ma ovunque nel pianeta. E per farlo sentire bene, Francesco usa tutti i mezzi di amplificazione  a cominciare dal social network (Twitter, Facebook, ecc.) per finire con le dirette streaming, dove è andato e va ben oltre Grillo, non chiudendo a piacere  il rubinetto.

La carica dei pallettoni è davvero esplosiva: si tratta di una miscela a base di simboli, controsimboli,  e dottrina. Ad armarlo, la convinzione che “il male” stia invadendo il mondo a cominciare dalla sua stessa chiesa: “Tutti noi siamo peccatori. Ci conosciamo dal di dentro e sappiamo cosa è un peccatore. E se qualcuno di noi non si sente così, vada a farsi una visita dal medico spirituale, perché qualcosa non va”. Il passo dal peccato alla corruzione è breve. Secondo Bergoglio si tratta di un salto di qualità del peccatore che distaccandosi da Dio, si fa lui stesso Dio. A quel punto entra nella corruzione sua e del prossimo, e questo è il pericolo, spiega ancora il Papa perchè "nelle comunità cristiane - ma più in generale politiche (ndr) -  i corrotti pensano solo al proprio gruppo” e non al bene comune..
L’ultimo colpo di cannone, sparato lo scorso 24 giugno, si è sentito distintamente in tutte le cancellerie: religiose, laiche, politiche, bancarie, mafiose e massoniche, insomma di potere, che hanno i loro uffici nella capitale e oltre. 
Non a caso il Fatto Quotidiano ha così titolato l'avvenimento: “Rivoluzione in Vaticano: c’è la commissione ad hoc per lo Ior” (la banca vaticana). Prosegue il quotidiano: “Papa Francesco commissaria lo Ior. Con un gesto assolutamente inedito nella storia della banca vaticana, Bergoglio, allo scoccare dei primi cento giorni di pontificato, ha istituito una Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione. Il motivo, come recita un comunicato della Segreteria di Stato, “è il desiderio del Santo Padre di conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica”


D’altronde,  la banca vaticana, molte, troppe volte è rimbalzata alle cronache per scandali, accuse di riciclaggio, coinvolgimento in operazioni oscure come il crack del vecchio Banco Ambrosiano o l'inchiesta sulla maxi tangente Enimont., ecc. ecc.  Mai nessuno finora ci aveva messo mano, nemmeno il forte Giovanni Paolo II. 
A conferma ulteriore che non si scherza, la nomina a presidente della commissione di un noto salesiano riformatore,  il cardinale Raffaele Farina,  “il principale artefice dei grandi restauri che hanno cambiato volto, funzioni e stile alla storica Biblioteca Apostolica e all'Archivio segreto della Santa Sede. Lo affiancheranno, come ha scritto qualcuno, altri 4 moschettieri:  il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran,  la professoressa Mary Ann Glendon (pizzico di quote rosa), come coordinatore monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru e nella qualità di segretario monsignor Peter Bryan Wells. Tarcisio Bertone, presidente dell’attuale Commissione Cardinalizia di Vigilianza dello Ior il cui  mandato è stato prolungato da Benedetto XVI, prima di lasciare il pontificato, fino al 2018, non vi fa parte. 
Il colpo è davvero forte, quasi assordante, è come se il presidente Letta mettesse sotto controllo e commissariasse la Banca d’Italia.   
Papa Francesco, uomo simpatico e ricco di ironia, precede e accompagna  i colpi più forti, con batterie apparentemente meno potenti di dottrina. “Le ricchezze e le preoccupazioni del mondo soffocano la parola di Dio e non la lasciano crescere. Si serve la ricchezza o si serve la preoccupazione, ma non la parola di Dio… Cosa fanno le ricchezze e cosa fanno le preoccupazioni? Semplicemente ci tolgono dal tempo, ci fanno dimenticare il passato, non accettare il presente e sfigurare il futuro …. Le ricchezze non si conservano dopo la morte, non ho mai visto un camion da trasloco dietro un corteo funebre, mai”,  “possiamo portare con noi,  solo un tesoro che nessuno può rapinare, che non è quello che hai risparmiato per te, ma quello che hai dato agli altri”.

                                                    

I colpi arrivano a segno perché sembra proprio che si faccia sul serio. D'altronde, Bergoglio pensa che la mutazione, il rinnovamento deve partire innanzitutto da se stessi: è la chiesa che deve cambiare se vuole cambiare:  le coscienze,  la morale, il mondo.  Come può un corrotto, ad esempio, portare onestà o un bugiardo, verità?  In genere poi si vuole sempre cambiare gli altri, persone o cose, mai se stessi.  
Come si sentirà il presidente Letta quando il 4 luglio incontrerà questo determinato  riformista vestito di bianco? Si sentirà giustificato nella cautela a causa della coalizione col Pdl? E' vero che il papa rappresenta una monarchia assoluta ed è quindi più libero, ma ha anche lui, non una coalizione ma un apparato di potere molto forte e molto potente contro cui è difficile combattere. 
Il fatto è che per Bergoglio,  “la vita cristiana non è stare in un angolo, tranquilli, a ritagliarsi una strada che porta comodamente in cielo, non è come stare seduti comodamente in salotto"  Il cristianesimo è un dinamismo che spinge a stare per la strada .... e  anche se "i filosofi dicono che la pace è una certa tranquillità, è un certo ordine… Quella non è la pace cristiana! La pace cristiana è una pace inquieta, non è una pace tranquilla" E lo zelo apostolico. "non è andare avanti per fare proseliti e fare statistiche: quest’anno sono cresciuti i cristiani in tal paese, in tal movimenti… Le statistiche sono buone, aiutano, ma non è quello che Dio vuole da noi…".
Per ora il cristiano Letta ha spostato ad ottobre il problema aumento o meno dell’Iva. Un provvedimento da annoverare  tra le riforme? “Eppur si muove” diceva Galileo,  ma al momento non si vede ancora.