23 marzo 2006

CASAGIT. Qualche risultato e per il futuro: creiamo sentinelle di Testata


da Iva Testa
Care colleghe, non eravamo in tante martedì 21, ma certo rappresentative delle più importanti testate. Come prima cosa vorrei informarvi sull'esito dell'incontro con la commissione tecnologie dell'Aziena, avvenuto il 15 marzo. Ho chiesto, come osservatrice esterna alla trattativa, vicefiduciaria di CASAGIT, l'installazione dei computers a cristalli liquidi.Buona la risposta. L'Azienda ne ha già pronti 600 su 1600 per l'organico giornalistico complessivo. Buona anche la risposta sulle sedie ergonomiche e le lampade direzionate. Inoltre su mia richiesta, l'Azienda si è impegnata alla rilevazione delle onde elettromagnetiche a SAXA per poter evidenziare gli eventuali danni sulla salute.
Nella nostra discussione abbiamo concentrato l'attenzione sul mobbing....Colpisce sia le donne che gli uomini, ma forse in parte più consistente le donne.Il mobbing è una forma subdola di sfruttamento, di prevaricazione, di emarginazione.....difficile da denunciare. E allora cerchiamo di farlo venire alla luce costruendo delle vere e proprie sentinelle di testata, alle quali è più facile rivolgersi e che possono ficcare il naso nei panni sporchi..... Sorelle d'Italia ed io personalmente restiamo il raccoglitore finale, per poter organizzare anche una raccolta di denunce che possano smuovere la nostra sorda legislazione...Conto sul vostro impegno.

21 marzo 2006

WHAT A SKY?

di Grazia Gaspari



Abbiamo pubblicato il documento delle commissioni Pari Opportunità di Rai e Usigrai. Credo che sia importante intervenire nel merito. Comincio a farlo io con alcune considerazioni, forse troppe, ........!!! NON POSSIAMO TACERE E ACCETTARE O NON ACCETTARE. E' importante motivare, argomentare e dire apertamente senza paura delle dissonanze ... ciò che si pensa..... questo serve per cominciare davvero a svolgere un lavoro collettivo e solidale!!!!


Negli anni passati ci siamo impegnate sui problemi delle donne in generale e delle donne nella professione. Poi tra successi e insuccessi, confidando comunque in una certa affermazione femminile in generale, abbiamo rivolto la nostra attenzione verso altre problematiche politiche o più semplicemente ci siamo dedicate ad una riflessione interiore e personale.

Oggi però le cose stanno cambiando. Innanzitutto c’è un riemergente spirito fondamentalista. E’ un’ombra che odia innanzitutto la libertà. Che vuole imporre le sue regole a tutti e su tutto. Che non rispetta il diritto all’autodeterminazione, anche morale, del prossimo. Se Dio che è Dio ha dato agli uomini il libero arbitrio, chi è quest’ombra che calpesta il diritto primordiale dell’uomo all’autodeterminazione? Ecco le Fallaci di turno, nere vestali che dall’alto delle loro ignoranza, attaccano tutto e tutti, religioni comprese, senza conoscere quelle degli altri e nemmeno la propria.

In questo quadro, di sopraffazione sociale, filosofica e morale che va dal kamikaze alla non sperimentazione scientifica, alla spregiudicatezza economica e finanziaria (vedi la localizzazione, ad esempio, delle fabbriche italiane in Cina, con tutto ciò che questo comporta) le donne, i giovani, i lavoratori sono i primi a farne le spese, a venirne schiacciati. Ed ecco allora l’attacco dei cloni alle conquiste sociali in generale e in particolare alle conquiste delle donne. Ecco allora il ritorno del cosiddetto Movimento per la vita che cerca di scardinare la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Che le donne tornino a morire sotto i ferri delle mammane, Che la scienza si fermi.

Qualche giornale ha scritto: “le streghe son tornate”. In realtà. Non siamo streghe, non ce ne siamo mai andate e dunque non siamo tornate. Basta fare un giro per Internet…..e si scopre che esiste una miriade di iniziative, di collettivi di solidarietà al femminile, comitati di lotta, case di accoglienza, comitati di solidarietà internazionali, centri studi, banche del tempo, sostegno al commercio femminile equo e solidale, blog. Insomma una ricchezza di pensiero, esperienze e riflessioni…..commovente ed esaltante.

Allora, se il sistema mediatico tradizionale non si accorge di noi volutamente o meno, ecco che esiste la Rete e la sua liberta', e se ieri potevamo conoscerci e comunicare in dieci, cento, mille donne…..oggi, grazie a Internet abbiamo a disposizione un sistema di comunicazione globale, addirittura planetario!!! I giornali, le televisioni, le radio non ci danno spazio…..tanto piacere!!!la Rete ci offre tutto lo spazio che vogliamo, ce lo offre gratis e per di più libero. Basta conoscerlo e saperlo usare!!! .

A questo punto viene da chiedersi perché un movimento delle donne e per quali obiettivi battersi? E’ difficile dare risposte possibili a domande impossibili che ci ispira la società del tempo presente, rispetto alle urgenze, ai bisogni (lavoro, religione, economia, etica, ecc.). Possiamo fare solo due cose:
a) metterci in contattocreare cioè una grande piazza virtuale in cui trovarci, parlare, confrontare le nostre idee e le nostre esperienze…..e magari anche a scambiarci quel sapere diffuso di cui siamo portatrici. Una piazza, una comunità virtuale che all’occorrenza possano diventare una piazza e una comunità reale……Molti movimenti e manifestazioni, ad esempio, per la pace o quant’altro sono nati dalla Rete.
b) batterci per una presenza concreta, materiale, fisica nei parlamenti, nei consigli di amministrazione delle aziende, nelle testate giornalistiche, in magistratura, ecc.ecc. Le donne sono più della metà della popolazione ma sono sempre sottorappresentate se non rappresentate da uomini. Gli uomini ci dicono come procreare, come abortire, come educare, come pregare, come vestirci, come essere seducenti, ecc.ecc. E sono sempre gli uomini che ci rappresentano…….nel piccolo e nel grande. I tempi invece sono maturi perché le donne portino i loro punti di vista, i loro saperi, le loro intelligenze, le loro sensibilità, le loro conoscenze nella società e contribuiscano a renderla migliore.

In questo quadro “le quote rosa” nel loro minimalismo diventano un grande obiettivo. Per questo non possiamo accettare qualche piccolo posto di comando. Noi dobbiamo avanzare in gruppo e per quanto riguarda le giornaliste, dobbiamo chiedere un riequilibrio di mansioni e funzioni ovvero più capi-servizio, più capiredattori, ecc. ecc. In passato l’Azienda ha collocato qualcuna di noi a posti dirigenziali di alto livello….ma quale beneficio ce ne è venuto? Nessuno salvo forse per la collega stessa. Barbara Scaramucci, che ci siamo battute scontrandoci anche duramente ….e che ha diretto la TGR, una testata importante, ha confessato nell’incontro del 14 marzo con i vertici Rai, che lei non è riuscita a nominare nemmeno un capo-redattore donna!!!!!

Allora mi domando e dico, anzi prima dico e poi mi domando J))) a che ci servono singoli posti di comando? NO GRAZIE!!! Meglio meno ma diffuso!!!!

In secondo luogo, dobbiamo essere portatrici di contenuti e valori alternativi. La solidarietà, l’amore, l’etica..... contro l’egoismo, l’odio, il degrado morale. Questa società fa veramente schifo…..é qui che vogliamo far crescere i nostri figli?...... Mettiamoci al lavoro e costruiamo un giardino profumato. Impossibile? Utopia? Sogno? Forse, ma dobbiamo puntare al cielo anche se vogliamo solo far crescere un fiore.

I temi e i problemi sono tanti e complessi…. Ma vanno affrontati con pazienza e lungimiranza….la famosa pazienda delle donne!!! E soprattutto devono essere sempre presenti anche nelle vertenze più piccole o insignificanti. SOLO COSI’ IL NOSTRO CONTRIBUTO SARA’ SEMPRE E COMUNQUE DI VALORE. Concludo citando una frase di Martin Luther King che a me piace molto… “Se non potete essere un pino sulla vetta del mondo, siate un albero nella valle, ma siate il miglior albero….Siate comunque sempre il meglio di qualsiasi cosa siate”

18 marzo 2006

LA MIA PREGHIERA DI PRECARIA...A SAN PRECARIO


di Maria Celeste De martino



Sono una precaria tra i precari. Faccio parte del "bacino fascia B". Secondo l'accordo raggiunto tra sindacati e azienda Rai che ho accettato e firmato lo scorso anno, dovrei lavorare almeno otto mesi l'anno con contratti giornalistici fino alla fine del 2009 per un numero complessivo di 40 mesi lavorativi.
Nel 2005 ho lavorato due mesi e mezzo. Nel 2006, finora, ho avuto un contratto di 13 giorni. L'inadempienza è lampante. Non credete? Ho comunicato la mia situazione al segretario dell'Usigrai, Roberto Natale e ho parlato con due colleghi del coordinamentro precari. Ma non mi hanno saputo dare alcuna spiegazione. L'unica informazione che ho avuto da uno dei due colleghi è che non sono l'unica giornalista a non essere utlizzata dall'azienda, ma vi è anche un'altra collega nella mia stessa condizione.
Siamo solo in due. Mi sembrerebbe abbastanza anche se fossi l'unica per esprimere perplessità e indignazione. Dopo una serie di riflessioni e considerazioni ho accettato la proposta lavorativa della Rai principalmente per motivi professionali. Avevo un'alternativa, ma ho preferito gli otto mesi l'anno in Rai.
Ora, mi trovo senza lavoro, con una chance professionale mancata, e oltretutto con spese economiche non preventivate da affrontare (pagamento autonomo della Casagit e dei contributi Inpgi). Inoltre, l'inadempienza da parte della Rai causa un ulteriore effetto: la mancata maturazione del sussidio di disoccupazione che in periodi di necessità può aiutare.
Sento di aver subito e di continuare a subire un danno professionale enorme.

16 marzo 2006

"PIU' POTERE ALLE DONNE PER CAMBIARE LA COMUNICAZIONE" Il documento della CPO Usigrai dopo l'incontro con i vertici aziendali



Martedi 14 marzo nella sala degli Arazzi di viale Mazzini si e’ tenuto un incontro organizzato dalla commissione Pari Opportunita’ RAI e Commissione Pari Opportunita’ USIGRAI sul tema: “Piu’ potere alle donne per cambiare la comunicazione”.
Erano presenti all’incontro oltre a numerose lavoratrici e giornaliste RAI, il presidente Claudio Petruccioli e i consiglieri di amministrazione Donatella Bianchi Clerici, Alessandro Curzi e Nino Rizzo Nervo oltre a rappresentanti degli enti locali, dei sindacati e della politica. Questo il comunicato-documento redatto dalla Commissione Pari Opportunita’ Usigrai.



“Le lavoratrici Rai denunciano la rappresentazione ancora fortemente stereotipata della donna fornita dai notiziari e dai programmi del servizio pubblico e ritengono che questa rappresentazione distorta sia fortemente condizionata dal fatto che il potere nella piu' grande azienda culturale del paese resta, in grandissima parte, appannaggio degli uomini: i dati sulle carriere dimostrano quanto sia ancora scandalosamente irrisoria la presenza delle donne nei ruoli dirigenti.
Lavoratrici e giornaliste della Rai chiedono quindi ai vertici che il riequilibrio di genere nei ruoli decisionali sia assunto come priorita' perche' anche cosi' si dia il segnale di un servizio pubblico riformato e che il principio del ''tante quanti'' unitamente a quello della competenza e dell'abbandono delle pratiche lottizzatorie, diventi linea guida cui si attengano i consiglieri di amministrazione, la direzione generale, i direttori di reti e testate, a partire dalle nomine dei prossimi ruoli dirigenti.
Nel concreto si chiede
1) di recepire l’Atto di indirizzo della Commissione parlamentare di Vigilanza del 30 luglio 1997 che invitava la Rai a promuovere iniziative all'interno della Rai per l'acquisizione di potere e responsabilita' da parte delle donne;
2) di dar seguito alla delibera del Cda Rai del maggio 2003 sulla rappresentazione delle donne in Tv che chiedeva di esaltarne “il ruolo nella societa', evitando immagini e argomenti ritenuti offensivi della dignita”;
3) di istituire Osservatorio di parita' col duplice obiettivo di monitorare costantemente le progressioni di carriera delle lavoratrici e delle giornaliste Rai e monitorare quale immagine della donna fornisce la produzione del servizio pubblico;
4) che il Cda dia mandato alla Direzione generale per aprire un tavolo con le rappresentanze femminili dell’azienda al fine di recepire queste richieste e di stabilire regole certe che garantiscano alle donne il giusto riconoscimento nelle carriere.

11 marzo 2006

CASAGIT. Secondo appuntamento 21 marzo





da Iva Testa

Care colleghe, abbiamo avviato il 3 marzo scorso il percorso sulla prevenzione e la cura complessiva della salute psicofisica delle giornaliste RAI. La riflessione ha messo a punto, oltre al mio attivo ruolo di vicefiduciario della Cassa sanitaria, l'esigenza di tenerci costantemente in contatto per suggerimenti e informazioni...Per ora attraverso la posta elettronica, poi se ci riusciremo anche aprendo un blog specifico.Per discutere ancora l'appuntamento è il 21 marzo, ORE 15 SAXA RUBRA, Sede USIGRAI
A presto


08 marzo 2006

SFREGIO ALL'ITALIANA UNA DENUNCIA DAL TG1

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E' UNA DONNA DEL BLANGLADESH SFREGIATA DALL'ACIDO. I MOTIVI PER CUI SI RICORRE A QUESTA VIOLENZA SONO LA GELOSIA, LA RIVALITA', LA VENDETTA. MA ANCHE DI PIU' FUTILI. NELLE NOSTRE DEMOCRAZIE , NON SI USA RICORRERE A TALI PRATICHE. CIO' NON SIGNIFICA CHE NON SI USI VIOLENZA E .......QUANDO NON SI PUO' COLPIRE IL CORPO, SI COLPISCE L'ANIMA. L'INTENZIONE E' SEMPRE LA STESSA: LO SFREGIO!!!


ECCO LA PRIMA DENUNCIA CHE ARRIVA A SORELLE D'ITALIA. LA SFREGIATA E' LA COLLEGA MATILDE GERMANI DELLA REDAZIONE DI TG1 MATTINA

DIRETTORE CLEMENTE MIMUN

ALLA VIGILIA DELL'8 MARZO E SOPRATTUTTO DOPO IL NOSTRO INCONTRO ALLA FEDERAZIONE DELLA STAMPA DI IERI, VOGLIO SEGNALARE L'ULTIMA DECISIONE DEL NOSTRO DIRETTORE CHE IERI SERA HA PENSATO BENE DI INTERPRETARE AL SUO MEGLIO LE QUOTE ROSA E IL RISPETTO DELLA PROFESSIONALITÀ' OLTRE CHE DELLA COMPETENZA.
ANCORA UNA VOLTA UN UOMO CON UNA ANZIANITÀ ' DI SERVIZIO MINORE E UNA PREPARAZIONE PROFESSIONALE CHE NON POSSO NON GIUDICARE, VIENE PROMOSSO AL POSTO DI UNA DONNA.
E ' ACCADUTO NELLA REDAZIONE DEL TG1 MATTINA. LA COLLEGA DISCRIMINATA SI CHIAMA MATILDE GERMANI E IL COLLEGA PROMOSSO MARCO BETELLO.
MI SONO ASSUNTA L'ONERE DI SEGNALARE TUTTO QUESTO PERCHE' LA COLLEGA OGGI AFFRONTA UN SERIO INTERVENTO CHIRURGICO, QUINDI NON PUÒ' SCRIVERE ....MATILDE GERMANI E' ' SOCIA FONDATRICE ' DELLA REDAZIONE DEL MATTINO DOVE LAVORA DA VENTI ANNI. E' UNA RAGAZZA MADRE. HA DUE LAUREE....MA QUESTO NON CONTA ABBASTANZA!!!. CON LA COLLEGA, DEL RESTO, CI SIAMO SEMPRE RIFIUTATE DI FIRMARE DOCUMENTI DI SOLIDARIETÀ' AL DIRETTORE.. ASSUMERE POSIZIONI INDIPENDENTI NON PREMIA .
A PRESTO . VI PREGO DI SEGNALARE QUESTO NUOVO CASO ALLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ' E IN TUTTE LE SEDI CHE RITIENETE OPPORTUNE. ADRIANA PANNITTERI, (AMICA DELLA COLLEGA DISCRIMINATA) REDATTRICE ORDINARIA DA QUASI 10 ANNI, SENZA GRATIFICHE O AD PERSONAM


LA POSTA DI SORELLE D'ITALIA

Riceviamo da Daniela Brancati, Chiara Bussi, MariaFascella, Simona Giovannozzi, Milena Mosci, Mariangela Pani un'e-mail sulla loro iniziativa di raccolta di firme per sollecitare la presenza di donne nelle liste elettorali.
Risponde Iva Testa di GR Parlamento e promotrice di Sorelle d'Italia



Care amiche,mille firme sono tante, ma non bastano, come abbiamo visto dalla composizione delle liste per le politiche del 2006. Le giornaliste della RAI sono impegnate nella richiesta del 40 per cento nei posti di comando dei GR e TG. Abbiamo anche aperto questo blog : sorelleditalia.blogspot.com Scrivete e mettiamo in rete idee, suggerimenti, denunce di sopraffazioni..Cerchiamo di usare tutti gli strumenti a disposizione..La forza possiamo darcela soltanto partendo da noi stesse. Se volete potremmo anche incontrarci....a presto. Iva Testa



Care amiche, cari amici le adesioni alla lettera aperta che abbiamo inviato ai leader dell'Unione per sollecitare la presenza delle donne fra le candidate (e soprattutto fra le elette) sono arrivate quasi aquota 1.000.
Vi aggiorniamo su quanto è stato fatto finora e su quelloche, secondo noi, bisogna continuare a fare. La lettera è stata consegnata da noi, a nome di tutti, a Luciana Sbarbati del Mre, a Franco Marini della Margherita, a Vannino Chiti dei Ds, a EnricoBoselli della Rosa e a Francesco Ferrara del Prc.Con gli altri leader stiamo tuttora cercando un contatto.
Di tutti questi incontriabbiamo informato i media. La notizia è stata puntualmente riportata dalle principali agenzie di stampa, mentre il testo della letteraaperta è apparso su Il Diario, Il Manifesto, l'Unità, oltre a comparire su numerosi siti e portali.
Nei colloqui sono tutti apparsi'bendisposti' a riceverci, ma -nella sostanza- non si va (nella migliore delle ipotesi che è quella per ora prospettata da RifondazioneComunista) oltre il 40% delle elette. Ds e Margherita garantiscono,invece, il 30%.Poiché siamo ben consapevoli che l'azione per la promozione della presenza femminile in Parlamento è un percorso ancora lungo, stiamo pensando a dotarci di strumenti più adeguati.Se aveteidee e suggerimenti, scrivete a letteraperta@virgilio.it (per ora, ma presto apriremo anche un sito). E ricordate che la raccolta prosegue,perché le firme ci serviranno anche dopo le elezioni, con il nuovoParlamento!

07 marzo 2006

CLANDESTINE A BORDO DEL POTERE





Ieri, 6 marzo, conferenza stampa della Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa. Erano presenti le colleghe delle varie Cpo delle associazioni locali di stampa e del sindacato Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai.

Marina Cosi, presidente del Cpo FNSI ha illustrato le iniziative per l'8 marzo, che abbiamo già pubblicato, ed ha tracciato un breve quadro dei problemi sul tappeto. Cosa ha detto in estrema sintesi Marina Cosi?

  • A sessant'anni dalla conquista del diritto di voto, in pochissime vengono messe in condizione di venire elette nelle istituzioni e negli organismi di rappresentanza. Non diversamente accade ai vertici dei luoghi di lavoro, presidiati da uomini coesi nel difendere tanto il proprio interesse quanto un'organizzazione ad esso funzionale. Peggio che in altre professioni va nel mondo del giornalismo, con l'aggravante di fornire sulla società un'informazione strabica.
  • Lo slogan, della Cpo/Fnsi "tante quanti", da oltre due anni viene riproposto a tutti i consigli ed i convegni riuscendo a farsi strada in qualche statuto e in alcune testate.
  • Una battaglia di retroguardia, quella per le cosiddette "quote rosa"? Pazienza, ma lo strumento è semplice, funziona e persino la logica spartitoria maschile arriva a capirlo. Non rinunceremo a mirare alla reale parità di peso del "tante quanti", ma siamo anche dotate di senso pratico. Per questo ci siamo indignate, dopo gli ultimi, reiterati e trasversali affossamenti delle quote rosa nelle liste elettorali, al punto di stilare un necrologio e fare quindi di Rosa Quote la beffarda testimonial della nostra battaglia.
  • La Cpo/Fnsi ha scrìtto a tutti i segretarì di partito, dicendo che come giornaliste vorremmo poter raccontare l'elezione di moltissime donne in Parlamento e nei Municipi: li aspettiamo alla prova dei fatti. Ma la Cpo non ha certo risparmiato il sindacato di cui è parte, ma anche tutti gli altri organismi di categoria, denunciandone la resistenza alla richiesta di "tante quante". Come pure ha rivolto la stessa richiesta ai direttori e alle poche direttrici.

La collega del TG2, Bimba De Maria, ha illustrato l'iniziativa delle giornaliste Rai che hanno raccolto quasi 500 firme per chiedere agli amministratori di portare l'equilibrio ai vertici aziendali e nelle testate informative. Bimba De Maria ha fatto notare che ormai le donne si sono mostrate capaci anche di svolgere al meglio il loro lavoro di inviati di guerra, pertanto è ormai impossibile continuare a fingere di non vedere, di non sentire, di non capire. Iva Testa del GR parlamento, oltre a sottolineare come un'informazione completa debba tenere conto dell'occhio, della sensibilità, del sapere delle donne ha chiamato il segretario Serventi Longhi, presente alla conferenza stampa, ad essere coerente con quanto la FNSI sostiene attraverso le Commissioni Pari Opportunità. Pertanto sia proprio la FNSI a dare l'esempio e metta da subito in pratica le "quote rosa" o "tanti quanti" che dir si voglia....naturalmente a tutti i livelli!!! Io, Grazia Gaspari di Rainews24, ho cercato di illustrare l'importanza dei nuovi media, dell'avvento dei blog, dei gruppi e di tutto quell'insieme di strumenti che in Rete si chiama social network, che permette anche a chi non ha mezzi tranne la propria cultura e competenza, di far pesare il proprio punto di vista e di essere protagonista. Per come sono oggi organizzati il lavoro, la società, gli scambi umani, ecc. ecc. non è pensabile di avere il tampo necessario per confronti e scambi culturali. Dobbiamo creare un luogo virtuale per parlare fra donne, creare, costruire un pensiero comune.

8 MARZO LE GIORNALISTE FNSI


La Commissione Pari Opportunità della FNSI ha organizzato per l'8 marzo alcune belle iniziative in diverse città. Non solo, ha anche raccolto una quantità di dati relativi al rapporto di lavoro uomo donna nel mondo dei media, veramente interessante e importante, che speriamo di poter pubblicare al più presto, ovvero appena troviamo il sistema di alleggerire e contemporaneamente ingrandire le tabelle.

Oltre a questo lavoro statistico, torno a ripetere molto importante per tutte noi, Ecco le principali iniziative della Cpo/Fnsi per moltipllcare la festa della donna.

GENOVA 7 marzo. Dibattito e consegna dei premi "Una donna fuori dal Coro" alla pakistana Masarrat Misbah (aiuto alle donne sfregiate con l'acido muriatico) e alla giornalista iraniana Mehrangis Kar (diritti delle donne). Quest'ultima è stata due anni fa protagonista del convegno internazionale Cpo/Fnsi "Oltre il velo".

BOLZANO 7 marzo "Donne e lavoro nel mondo dell'informazione in Trentino - Alto Adige". Presentazione dei risultati di un'indagine realizzata dal Sindacato dei giornalisti fra le iscritte all'Ordine regionale.

MILANO, 8 marzo "Rosa Quote e le altre (dal voto alle donne al voto per le donne)". Storie e pensieri di giornaliste sul riscatto nel lavoro e nel linguaggio dall''"individualità imperfetta". Con un'inchiesta tv sulle donne straniere che lavorano a Milano e le testimonianze di giornaliste e scrittrici su sessant'anni di voto femminile. Sempre a MILANO dal 4 all'11 marzo presso l'Umanitaria, la mostra fotografica con dibattito e performances teatrali "Noi. Utopia delle donne di ieri; memoria delle donne di domani". In 40 pannelli si va dal 1965, quando nella capitale ambrosiana nacque il gruppo Demau, alla manifestazione nazionale del 14 gennaio 2006.

ROMA 8 marzo Dalle 15,30, all'Associazione stampa romana, in via della Torretta 36, discussione e festa attorno al video di Daniela Binello ("Reparto maternità in Afghanistan") e al libro di Ritanna Armeni ("La colpa delle donne").

ROMA, 14 marzo - dalle ore 10 - Sala Arazzi, viale Mazzini, 14. Convegno promosso dalle due Cpo (Rai e Usigrai), in rappresentanza di tutte le professionalità femminili che lavorano in Rai, rivolto a vertici aziendali, CdA e Commissione vigilanza, ma anche alla società politica. Titolo: "Tante-quanti. Più potere alle donne per cambiare la comunicazione".

PALERMO, 8 marzo Dalle ore 11. 30 all'Associazione siciliana della stampa, via Francesco Crispi 286, dibattito "Dalle parole ai fatti". In vista del Congresso di fine marzo dell'Associazione stampa, iniziative per ottenere il rispetto dell'alt 2 dello Statuto che prevede (unica fra tutte le Carte delle associazioni territoriali federate Fnsi) l'obbligo di un'adeguata rappresentanza di genere.

27 febbraio. Lettera aperta delle giornaliste italiane a tutti i segretari di partito - rilanciata con una seconda lettera che ironizzava sulla mancanza di risposte - a sostegno delle candidature femminili. Titolo: "Gli elettori sono più avanti di voi"

ROMA 6 marzo. Conferenza stampa nella sede della Fnsi per:

  • fare il punto sulla piramide bicolore del giornalismo italiano (base rosa, cuspide azzurra);
    presentare le iniziative della Commissione nelle diverse città;
  • sostenere la battaglia "tante quanti" attraverso il personaggio di Rosa Quote interpretata
    - in carne, ossa e sarcasmo - da una determinatissima Cinzia Leone. Titolo: "Donne, clandestine a bordo della barca del potere.

AOSTA, 4 marzo Presentati i risultati del progetto di comunicazione "Una montagna di voti per le donne", che ha contribuito ad incrementare il numero di sindache e consigliere nella Valle e ad abbassare l'età media nelle cariche istituzionali. Con Omelia Pizzoli, rappresentante valdostana nella Cpo/Fnsi.

05 marzo 2006

PROCESSO ALLO STUPRO


Riceviamo da Massimiliano Melilli (redattore di Rainews24 e scrittore) un articolo a proposito della recente sentenza della Corte di Cassazione che ha concesso le attenuanti al violentatore di una ragazzina di 14 anni. Pubblichiamo molto volentieri il suo contributo, segno di sensibilita' e attenzione.


Dopo vent'anni di bocciature, rinvii e furbizie parlamentari, oltre 60 deputate, da Alleanza nazionale a Rifondazione comunista, sotto la spinta del movimento femminista, portano nell'aula di Montecitorio una proposta di legge: violentare non sarà più un reato contro la morale ma contro la persona. … La legge diventera’ effettiva il 15 febbraio 1997.

Oggi, si torna a parlare della legge sulla violenza sessuale. Il caso della Corte di Cassazione che ha concesso le attenuanti ad un padre putativo che ha violentato la figlia della convivente perche’ la ragazzina di 14 anni aveva gia’ avuto rapporti sessuali, fa discutere, soprattutto e a ragione, preoccupa le donne. Gia' una legge da sola non puo’ bastare a rendere giustizia, figuriamoci se poi si tende a snaturare questa legge con sentenze ambigue. C’e’ una memoria che resiste ai fatti e c'e' un vissuto collettivo che non bisogna dimenticare se si vuole ridisegnare il futuro. Per questo la storia di questa legge non va dimenticata.

Il 30 settembre del 1975 nei dintorni della capitale, due ragazze. Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, dopo essere state invitate ad una festa in una villa del Circeo dai tre giovani della "Roma bene", vengono drogate, torturate e violentate. Una di loro viene uccisa. Da questo fatto e dal processo che ne segue, si fa strada nella coscienza delle donne la gravita’ del reato di stupro. Nel movimento femminista matura la consapevolezza che le norme del codice Rocco (1931), che considerano la violenza un reato lieve tanto da ascriverlo come come un "delitto contro la morale e non contro la persona", vadano modificate.

Nel 1978 il Movimento di liberazione della donna (Mdl) prepara una proposta di lege e costituisce un comitato promotore per farne una legge di iniziativa popolare: in due anni si raccolgono quasi 500.000 firme. Quattro anni dopo, la Commissione giustizia della Camera,dopo aver presentato quel progetto di legge e quelli di altri partiti, elabora un testo unificato. Ma sulla base di un emendamento del deputato democristiano Carlo Casini, la Camera rifiuta l'iscrizione del primo articolo della legge nel capitolo dei reati contro la persona.

Nel giugno del 1983, con le elezioni anticipate e la fine della nona legislatura, decade il progetto di legge dei partiti ma, secondo il regolamento della Camera, non quello delle donne. Un anno dopo, sulla base degli stessi progetti, la Commissione giustizia da vita ad un secondo testo. Ricomincia la discussione in aula: la Camera approva un testo definito dalle femministe "la truffa del giovedì notte", perché accoglie il doppio regime proposto dalla Dc: la violenza sessuale è un reato procedibile d'ufficio tranne quando viene commesso all'interno della famiglia.

Il Senato reintroduce la procedibilità d'ufficio in tutti i casi, ma la scadenza della legislatura lascia tutto irrisolto, facendo cadere anche la proposta di legge di iniziativa popolare.
Si ricomincia tutto dall’undicesima legislatura con un nuovo testo del Senato, sottoscritto da un gruppo di donne parlamentari di diversi partiti (tranne la Dc), che ricalca il progetto precedente. Il testo licenziato dal Senato prevede ancora il doppio regime; una procedura che come da copione, viene cancellata a Montecitorio. Siamo nel 1989 e mentre la legge torna di nuovo a palazzo Madama, una parte del movimento delle donne apre un dibattito sull'opportunità di sancire per questo reato la procedibilità d'ufficio o la querela di parte.

Intanto con i voti della Dc, del Msi e di una parte della sinistra laica e socialista, viene reintrodotto il doppio regime. Nonostante la vivace discussione, alla fine il risultato non cambia e la legge non riesce a passare. Da allora, le proposte di legge sulla violenza sessuale non sono più arrivate in Parlamento, fino a quando come dicevamo, 60 deputate, da Alleanza nazionale a Rifondazione comunista trovano l'accordo per una proposta di legge: violentare non sarà più un reato contro la morale ma contro la persona.