07 marzo 2010

8 MARZO. ANCORA MIMOSE... SEMPRE MIMOSE UN FIORE CHE CRESCE SPONTANEO BELLO E PROFUMATO COME LE DONNE



di Iva Testa

L ' 8 marzo compie 100 anni.

E' il 1910 a Copenaghen quando 100 donne di 17 paesi decidono di creare una giornata della donna. Ma l'origine dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.

Scoppiò un incendio e 129 operaie chiuse dentro la fabbrica, morirono. Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.

L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata.
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso"

Nel 1946 l'Unione donne italiane organizzò il primo 8 marzo dell'Italia libera e le partecipanti scelsero come simbolo la mimosa...anche perchè erano a disposizione gratis sugli alberi..

Quei fiori gialli e profumati hanno attraversato città..piazze..strade..età...
Maria Laura Rodotà dice di riprendercele..

Forse dovremmo di nuovo esibirle in questo paese misogino...

Le troviamo nelle piazze virtuali..dove vengono scambiate con solidarietà...
Le vediamo in mano alle più giovani...

Forse siamo stanche di sfilare per i nostri diritti.....

Ma l ' 8 marzo non si tocca..
Abbiamo sudato per poter votare, per poter lavorare, per poter avere figli senza ricatti...

Facciamo tutto..tutti i mestieri e lavoriamo più degli uomini...

E manteniamo orgogliose il nostro secolo di lotte e libertà...

03 marzo 2010

TUNISINA MUSULMANA SI SPOGLIA "PER DARE UN SEGNALE FORTE ALLE DONNE"



"Mi spoglio per dare un segnale forte alle donne musulmane. Vorrei che avessero il coraggio di ribellarsi ai padri che le trattano come oggetti. La nostra femminilità non può essere repressa.

Molte sognano di scappare. In poche hanno il coraggio di farlo". Ha appena 26 anni, ma le idee chiare, Hanane Zemali. E’ nata a Tunisi da una famiglia marocchina. Oggi vive in Italia e ha deciso di posare senza veli.

Il perché lo spiega in esclusiva a Tgcom.Un gesto audace il suo, di sfida aperta ai costumi e alle tradizioni della religione musulmana e della sua sua terra. Quella terra da cui è scappata, sei mesi fa. E che non ha nessuna intenzione di rivedere.

Almeno per ora."Sono cresciuta in un ambiente asfittico – racconta Hanane – mio padre e mio fratello, il maggiore di tutti i sei figli, non mi permettevano di uscire di casa. Potevo solo fermarmi a parlare con le mie cugine e quando uscivo lo facevo indossando il velo".

La svolta arriva proprio durante una delle rare uscite. E’ il 2002 e Hanane ha compiuto da poco 20 anni. Mentre sta acquistando il pane in un negozio del suo quartiere incontra Massimo, italiano, 54 anni. E’ amore al primo sguardo.

"Indossavo il velo e lui ha visto solo i miei occhi. Ci siamo guardati e, quando sono uscita dal negozio, lui mi ha fermata e mi ha chiesto il numero del cellulare. Non ne avevo e ho dovuto dargli quello di mia sorella" continua.Da allora per lei ha inizio un vero calvario.

Il seguito a Mille e una donna