19 giugno 2009

LUCI ROSSE SUL CONSIGLIO



di Iva Testa

Naomi o Patrizia?
la prima chiama il premier papi, la seconda registra la sua voce nell'intimità di Palazzo Grazioli e ora viene ascoltata dalla procura di Bari....
Donne diverse, entrambe giovani che entrano con rumore nei mass media visto che intrattengono rapporti con Berlusconi...
Non ci stupiscono, nè l'una nè l'altra, ci stupisce e imbarazza notevolmente l'immagine pubblica dell'Italia e del nostro governo che rimanda il Presidente del Consiglio...
Il primo ministro faceva anche uso di cocaina durante gli incontri nella sede della Presidenza del Consiglio..
Sembra un brutto film porno cui purtroppo dobbiamo assistere per forza..
I media stranieri ne parlano con risalto, loro e non solo chiedono al Premier di chiarire..
Berlusconi sembra invece intenzionato a sfuggire ai controlli in nome del presunto complotto...
Noi non abbiamo molta simpatia per Noemy o Patrizia, nè per quante con finta ingenuità o furbizia approfittano di un uomo potente ma corrotto....
Abbiamo il diritto, come donne e cittadine, di sapere come stanno le cose per davvero perchè a questo punto non ci sono più divorzi in ballo, ma la credibilità delle istituzioni.....
Quirinale, Palazzo Chigi, Camera e Senato sono ancora i luoghi delle decisioni per il paese, per gli orientamenti della nostra politica....
Ridurli a stanze a luci rosse è offensivo per tutti, soprattutto per le donne che, per fortuna, sono ancora in tante a fare altri e interessanti mestieri che non quello antico, o, quello più moderno, della velina...

12 giugno 2009

PECUNIA NON OLET SOPRATTUTTO QUELLA DI GHEDDAFI



di Iva Testa

Tempi duri...
Il risultato elettorale ci restituisce un'ottima affermazione della Lega, forza populista ma soprattutto xenofoba.
A due giorni dalla fotografia di un'Italia intollerante nei confronti del diverso arriva in visita il leader libico Gheddafi, considerato in un passato non molto remoto, uno dei fautori del terrorismo internazionale.
Il nostro governo, nell'espressione della ministra per le pari opportunità Carfagna, organizza un incontro tra un migliaio di donne italiane e il colonnello libico.
Piovono su questa imbarazzante iniziativa moltissime critiche, tra le quali anche la nostra.
Si risponde, da parte dell'imprenditoria italiana al femminile, che Gheddafi ha un paese pieno di petrolio e gas e dunque è un mercato molto interessante per il made in Italy.
Ma cosa c'entra la società civile con gli accordi votati anche dalla sinistra tra Italia e Libia?
E soprattutto cosa c'entrano le donne italiane con il colonnello da cui scappano donne anche incinte sui barconi che vengono respinti grazie al ministro leghista dell'Interno Maroni?
Gheddafi è il principale complice di questa sciagurata scelta, e certamente il suo governo non ha storicamente rispetto nè dei diritti umani nè di quelli delle donne.
Forse queste imprenditrici e le solerti ministre dovrebbero solo chiedere a Gheddafi di ratificare quanto meno la convenzione ONU sui diritti dei rifugiati.