
Ida Baldi, dell'esecutivo nazionale del Sindacato Giornalisti Rai, ha sottoscritto l'appello lanciato dalla collega Alessandra Di Stefano per il suo ricongiungimento familiare. Si tratta di un contributo importante che volentieri mettiamo in risalto.
Cara Alessandra, come donna e cittadina provo rabbia e imbarazzo. Viviamo in un paese dove in nome della famiglia, tradizionale, s'intende, siamo costrette ad ingoiare sermoni infiniti sull'inattuabilita' dei pacs e del riconoscimento dei diritti degli altri, di chi non vuole o non puo' convolare a giuste nozze.
Viviamo in un paese dove una donna non e' tale se non e' moglie e non e' madre, eppure quando si tratta di permettere a una moglie o a una madre di svolgere il suo ruolo l'azienda che piu' di ogni altra si e' fatta interprete di un costume o di un'idea dominante rema contro, pone limiti, obietta, si intromette a gamba tesa nella vita piu' privata delle sue donne e dei suoi uomini.
Come sindacalista non posso che esprimerti la mia piu' totale solidarieta' e assicurarti che continuero' a porre il tuo caso, che e' anche nostro, al centro degli incontri di paritetica fra Rai e Usigrai, finche' non riusciremo ad avere una risposta degna di questo nome. Non sei la prima collega che chiede di raggiungere il marito o il compagno o la famiglia all'estero, in altri casi (ogni giorno ne apprendo di nuovi e ognuno e' prezioso!) l'azienda ha trovato una soluzione piu' o meno equa, trovo doveroso che non vi siano discriminazioni e che finalmente tu possa trovare un po' di serenita'.