01 novembre 2007

Una storiella edificante su un bambino handicappato



di Grazia Gaspari

In un giorno in cui tra orrore e sorpresa ci si chiede come sia possibile che una donna venga picchiata a morte da un giovane rumeno per una borsetta e ci si straccia le vesti e cercando misure forti contro simili atti criminali.... pubblico questo raccontino "edificante" che mi ha inviato un amico.
Per quanto riguarda i fatti di Roma, forse sarebbe stato sufficiente mettere qualche lampione in più ...Si corre sempre ai ripari quando i buoi sono fuggiti dalla stalla..... e in questi casi sono quasi sempre inutili. Il buon Aristotele diceva che di fronte all'insorgere di un problema occorreva intervenire subito, perchè a piccolo problema, piccola riparazione, diversamente....le riparazioni sono inutili!
Per quanto riguarda il raccontino edificante, lo pubblico perchè non possiamo chiedere ai politici di essere migliori se in primis non miglioriamo noi stessi..... Ogni brutta cosa che accade è in un certo senso anche nostra responsabilità. L'indifferenza, la trascuratezza, l'egoismo sono forze negative che rendono il nostro ambiente, la nostra famiglia, la nostra città, il nostro paese... l'intero pianetà asfittici, inquinati moralmente e senza ossigeno.



"Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che mai più sarebbe stato dimenticato
Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda: "Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare
le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?"

Il pubblico alla domanda si fece silenzioso. Il padre continuò: "Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta comunque una grande opportunità: quella di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino."

A quel punto cominciò a narrare una storia: Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: "Pensi che quei ragazzi mi facciano giocare?"

Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.

Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: "Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono" Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme si mise la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto.

I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri. Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivò nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti. Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta. A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita?

Incredibilmente lo lasciarono battere. Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva
nemmeno tenere in mano la mazza, tanto meno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza.
Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay. Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore. Ma il gioco non era ancora finito. A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la
partita sarebbe finita. Invece...Il tiratore lancio la palla di molto oltre l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: "Shay corri in prima base! Corri in prima base!" Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base.

Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quell punto tutti urlarono:" Corri fino alla seconda base!" Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla..Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e
in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti urlavano: "Bravo Shay, vai così! Ora corri!"
Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta. Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti gridarono:" Corri in prima, torna in base!!!!"

E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della partita.
"Quel giorno" disse il padre piangendo "i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono d’amore ed di umanità".

Shay non è arrivato all'estate successiva. E' morto nell'inverno, ma non si è mai più dimenticato di essere stato
l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre.. né dimenticò l'abbraccio di sua madre quando tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto"

"

2 commenti:

Alex ha detto...

Beh, un po' fuori tema, lo ammetto, ma la cosa che mi piace di più di questo post è l'idea della buona notizia, o della notizia edificante, se vuoi.
Nel giornali di oggi non ce ne sono mai abbastanza, e non credo sia perchè i fatti positivi non accadano.
Purtroppo il male vende più del bene. Non ci credi? Pensa a quanti fumetti ci sono sul male (Diabolik) o sul combattimento contro il male (tutti i supereroi), e quanti pochi sul bene contro i mali del mondo (povertà malattie, etc.). Sai che nois, un fumetto su Madre Teresa? Giusto una pubblicazione religiosa!
Fi qui tutto bene, a me piacciono i porno, figurati!
Ma, c'è un ma, dagli anni 70 è comprovato che la programmazione verbale esiste. Se ti dici allo specchio tutte le mattine che sei forte, il tuo comportamento e - come molti sostengono - la tua fiducia ne vengono impattati positivamente. Sarà un meccanismo cretino, sarà meschina la natura dell'Uomo, ma "è così".
E che tipo di condizionaento verbale ha una Nazione che si sente sempre parlare di beghe tra politici, di fattacci giudiziari, stupri, omicidi etc? Perchè non impegnarsi nelle "quote rosa" anche nell'informazione? Perchè avvengono fatti degni di nota anche sul lato buono: oltre agli omicidi ci sono fatti che ridanno la vita come certe partite di baseball, oltre alle liti per interessi personali, ci sono anche gli impegni mantenuti dei politici (ci sono? Diamone notizia, anche con la par condicio, ci sto!).
Perchè non iniziare dalla nostra vita di tutti i giorni? Un autista di autobus aspetta più del "dovuto" un vecchio che si affanna per raggiungere la fermata, esponendosi alle critiche dei passeggeri che non vedono la scena; avvicinati a lui, "parla al conducente" e digli: "bravo! E' stato un bel gesto!".
Anche tu che sei una giornalista, puoi fare molto.

Beatrice ha detto...

cara grazia,il tuo blog èa dir poco stupefacente,comunquev orrei ricordarti che in una foto,come nella stessa esistenza,chiaro e scuro coesistono, altrimenti non esisterebbero nè foto nè immagini reali...puoi andare estremamente sul chiaro,ma è lo scuro che delinea l'immagine,e puoi andare sull'estremamente scuro mas arà sempre la luce che ti per,ette di vedere dove c'è ombra,tvb