26 novembre 2014

NO WOMEN NO CRY




Iva Testa

Quest'anno, per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne,l'ONU illumina il mondo. Dal Cairo, passando per New York e il continente nero, le grandi città si colorano di arancione per dire basta al feminicidio. Illumina il tuo quartiere, si chiama la campagna Un women.

La testimonial scelta é Tesi Hatcher, attrice americana, appartenente all'associazione Casalinghe disperate. Tesi  ha avuto il coraggio di denunciare la violenza subita tra le mura domestiche.




I dati sul feminicidio sono sempre più allarmanti. In Italia, dalle cifre fornite dallo studio EURES, nel 2013 le donne uccise sono state 179, una ogni 2 giorni. Rispetto al 2012 sono aumentate del 14 per cento.

E le violenze  più frequenti avvengono tra le mura domestiche, dove mariti, fidanzati, amanti, massacrano di botte le loro partners per poi finirle del tutto con l'omicidio.

Una pratica antica, che continua e avanza, nonostante le lotte per l'emancipazione. Eppure le donne camminano in avanti, entrano dappertutto, volano come Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana nello spazio.

Samantha ha detto sorridendo a tutto il mondo quanto sono belle le stelle e la stratosfera. Un successo che rende tutte noi orgogliose di appartenere al nostro sesso.




Eppure non c'é nulla da fare. La violenza contro le donne continua nonostante le campagne internazionali contro questo orribile crimine.

Nella giornata internazionale dell'ONU si sono mobilitati intellettuali, artisti, politici, sindacalisti, televisioni, webb, per fermare la mano omicida. Ma basta una sola giornata? 

Bisognerebbe, forse, riprendere in modo capillare l'educazione, la formazione, soprattutto quella rivolta ai giovani. E' dalla famiglia, dalla scuola che devono arrivare gli strumenti culturali per restituire ai sessi pari dignità. Altrimenti come sopportare la stridente contraddizione tra la la giovane Samantha e la piccola nera infibulata a 11 anni?




Il delitto contro la donna é arcaico e resta tale anche negli anni 2000. E' una pratica bestiale, di sopraffazione e sopruso che non conosce eguali...
Perché é più forte tra le mura domestiche? Forse perché i maschi non sopportano donne emancipate al loro fianco, ma soggetti deboli da vessare.
O forse perché sono sbagliati i nuclei famigliari, formati senza consapevolezza dei rispettivi ruoli. Certo é che, mentre voliamo nell'azzurro sconfinato, muoriamo colpite senza pietà dalla mano crudele dell'uomo.

Noi non ci stanchiamo di lottare, di cercare con tutte le nostre forze di combattere la bestia....ma abbiamo bisogno non di una, ma di tutte le giornate del calendario per cercare di sconfiggere questa grave forma di barbarie...

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