11 maggio 2006

COSA FACCIAMO NOI GIORNALISTE PER COMBATTERE LA VIOLENZA?


Sepolti vivi. Lei ed il bambino che portava in grembo e che doveva nascere tra pochi giorni. Sarebbe morta così Jennifer Zacconi, la ventenne incinta al nono mese il cui cadavere è stato trovato in un campo a Maerne e per il cui omicidio è accusato Lucio Niero, ritenuto il padre del piccolo che avrebbe commesso il delitto per nascondere alla moglie la sua relazione con la ragazza. L' autopsia ha evidenziato che la giovane ha respirato una grande quantità di fango prima di morire. E anche il suo bambino è morto per mancanza di ossigeno”.

E’ uno dei tanti lead preso da un quotidiano e relativo all’ultimo agghiacciante caso di violenza contro una giovanissima. Violenza che negli ultimi tempi si sta colorando di fosche tinte, fino ad arrivare al macabro caso della donna trovata decapitata in un’area di servizio di Roma.

Stando ai rapporti pubblicati dalle organizzazioni che studiano i casi di violazione sistematica dei diritti umani, tra cui quello dell'Unicef, la violenza è un dramma quotidiano, familiare, che colpisce tra il 20 e il 50 per cento della popolazione femminile, a seconda delle regioni. E non si tratta di una specificità dei paesi in via di sviluppo, economicamente svantaggiati, è' un fenomeno transnazionale che colpisce sia le famiglie di facoltosi professionisti del Nord America, sia i nuclei familiari delle baraccopoli alla periferia delle capitali del Sud del mondo.
Su Internet si possono trovare pagine e pagine relative alla tipologia e alle statistiche (vedi post precedente), ma ciò che io mi chiedo non è tanto perché e come e dove…… domande importanti per la conoscenza oggettiva del problema, quanto COSA FACCIAMO NOI GIORNALISTE PER AIUTARE LE DONNE A COMBATTERE LA VIOLENZA FISICA, MORALE E SOCIALE CHE CONTINUA AD ABBATTERSI SU DI LORO?.

NON POSSIAMO PENSARE SOLO ALLE NOSTRE CARRIERE….ALLE QUOTE ROSA NELLA PROFESSIONE. NON POSSIAMO ESSERE COSI’ EGOCENTRICHE E IPOCRITE DA INDIGNARCI E POI…. NON AGIRE DI CONSEGUENZA
In numerose regioni italiane, ad esempio, in particolare Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio, ecc. esistono Associazioni, Centri antiviolenza che offrono servizi a sostegno di donne maltrattate o che hanno subito violenza sessuale e così via…… Ma chi ne parla? Chi li conosce?

ECCO ALLORA CHE IL NOSTRO LAVORO DIVENTA UN LUOGO IN CUI CONDIVIDIRE PROBLEMI E LOTTE NON SOLO DELLA CATEGORIA, MA DI TUTTI.
L'INFORMAZIONE E' UN DIRITTO E NOI CHE LAVORIAMO NEL SERVIZIO PUBBLICO, PIU’ DI CHIUNQUE ALTRO ABBIAMO IL DOVERE DI DIFENDERE QUESTO DIRITTO. COME? INNANZITUTTO CON LA VERITA', POI CON LA QUALITA' E AL SERVIZIO DELLA GENTE E DI CHI PAGA IL CANONE, DONNE COMPRESE!!!

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