12 giugno 2009

PECUNIA NON OLET SOPRATTUTTO QUELLA DI GHEDDAFI



di Iva Testa

Tempi duri...
Il risultato elettorale ci restituisce un'ottima affermazione della Lega, forza populista ma soprattutto xenofoba.
A due giorni dalla fotografia di un'Italia intollerante nei confronti del diverso arriva in visita il leader libico Gheddafi, considerato in un passato non molto remoto, uno dei fautori del terrorismo internazionale.
Il nostro governo, nell'espressione della ministra per le pari opportunità Carfagna, organizza un incontro tra un migliaio di donne italiane e il colonnello libico.
Piovono su questa imbarazzante iniziativa moltissime critiche, tra le quali anche la nostra.
Si risponde, da parte dell'imprenditoria italiana al femminile, che Gheddafi ha un paese pieno di petrolio e gas e dunque è un mercato molto interessante per il made in Italy.
Ma cosa c'entra la società civile con gli accordi votati anche dalla sinistra tra Italia e Libia?
E soprattutto cosa c'entrano le donne italiane con il colonnello da cui scappano donne anche incinte sui barconi che vengono respinti grazie al ministro leghista dell'Interno Maroni?
Gheddafi è il principale complice di questa sciagurata scelta, e certamente il suo governo non ha storicamente rispetto nè dei diritti umani nè di quelli delle donne.
Forse queste imprenditrici e le solerti ministre dovrebbero solo chiedere a Gheddafi di ratificare quanto meno la convenzione ONU sui diritti dei rifugiati.

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