26 settembre 2009

CACCIATE DAI COLLEGHI ASSESSORI RIAMMESSE DAL TAR. LA VITTORIA DELLE "DONNE QUALSIASI"




di Grazia Gaspari

Basterà sostituire uno o più assessori maschi con donne di pari ruolo per chiudere la vicenda della giunta provinciale di Taranto dichiarata illegittima dal Tar di Lecce perché ha violato il suo stesso statuto che all’articolo 48 prevede il rispetto delle pari opportunità?

Non è detto. Prima i 10 assessori (di centro sinistra) si sono dimessi, poi a meno di 24 ore il presidente Gianni Florido ha respinto le dimissioni e ha parlo di rimpasto: una o due donne al posto di colleghi maschi di pari competenza.

Ma la pezza potrebbe non coprire lo strappo. Infatti, l’avvocato Nicola Russo, coordinatore del comitato Taranto Futura che ha vinto il ricorso al Tar, ha fatto sapere che in base al “principio di uguaglianza”, le donne nella giunta provinciale di Taranto dovranno essere cinque su dieci assessori e se il presidente “non si atterrà a quanto statuito dalla Costituzione”, il comitato “sarà costretto a presentare un ulteriore ricorso al Tar Lecce”.

Intanto non accennano a placarsi le reazioni del mondo politico. Plaudono le donne, tra le altre la Ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, che, sottolinea che "Un buon amministratore, un politico attento, dovrebbe mostrare sensibilità nei confronti delle donne e garantire un’adeguata rappresentanza della componente femminile". Per Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, "la vicenda di Taranto dimostra quanto ancora ci sia da lavorare”. "In questa paradossale situazione - sottolinea dal Pdl Beatrice Lorenzin – il pronunciamento del Tar ci dimostra come la cultura ostile alle donne sia dura a morire e non risparmi nessuno”

Dovrebbe spiegarlo al collega di partito, il sottosegretario Giovanardi, che ha avuto il coraggio di dire: la discriminazione è stata compiuta nei confronti della componente maschile della giunta che ora dovrà sostituire uomini, liberamente scelti, con “donne qualsiasi”. Nemmeno nei bassifondi più bassi di sacrestia si era mai sentita una cosa del genere. Da che pulpito viene la predica!

Quella di Taranto – commenta invece la vice presidente del Senato, Emma Bonino, non è la sola giunta maschile al 100% in Italia: “Taranto è solo la punta dell'iceberg e cita, ad esempio, la provincia di Ascoli Piceno, nella cui giunta, retta dal centro-destra, non si vedono donne all’orizzonte”

Ma la spiegazione più vera l’ha data il presidente del Tar che ha azzerato l’esecutivo: “E’ un’offesa per tutte le donne” ha affermato Aldo Ravalli, numero uno del Tribunale di Lecce, al cronista della Gazzetta del Mezzogiorno. “Non abbiamo scoperto niente di nuovo perchè esistono già norme della Corte europea di Strasburgo, articoli della Costituzione italiana e regolamenti degli enti locali”. Ma - e qui si svela l’arcano - “Questa volta l'amministrazione provinciale di Taranto è andata oltre perchè si è presentata con una seconda delibera di nomina degli stessi assessori, sempre tutti maschietti, dicendo in sostanza che non potevano fare diversamente per accordi politici e perchè non c'erano figure femminili idonee o adeguate o comunque non in grado di ricoprire quel ruolo…..”

Classico maschilismo? Aldo Ravalli risponde: «Preferisco dire che si tratta di una certa protervia, di un blocco mentale, da parte di coloro i quali dovrebbero agire secondo regole di diritto e di civiltà”… “E' sempre la stessa storia, una sorta di gelosia, un sentimento di inaffidabilità riguardo al sesso femminile che viene da lontano….. Il non saper riconoscere i loro meriti è una offesa per più della metà della popolazione».

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