25 settembre 2014

TOLLERANZA ZERO PER I “LUPI” PEDOFILI NELLA CHIESA. PAPA FRANCESCO: LANCIA UN MONITO: COLPIRE IL MALE CHE E’ IN NOI.





di Grazia Gaspari


In Vaticano anche il carcere fa parte del patrimonio artistico locale: elegante, antico, ristrutturato come si deve.  Ma l'ex nunzio Jozef Wesolowski da ieri recluso nei locali del Collegio dei Penitenzieri, nel Palazzo del tribunale vaticano, non l’apprezza. Il nome nella polvere, le mostrine e l’abito talare strappati …. E in finale anche l’arresto. Oggi arriva anche la notizia della rimozione dalla diocesi Ciudad del Este in Paraguay di mons. Ricardo Livieres Plano, accusato di aver coperto almeno un caso di pedofilia.

L'avevano promesso e così è stato: lotta dura alla pedofilia. Prima Papa Ratzingher, poi  Papa Francesco, ma nessuno si aspettava un arresto, evento sconosciuto  tra le mura leonine E’ la prima volta, infatti, che oltre Tevere finisce in galera un altissimo prelato, dentro il  proprio Stato, con il proprio  tribunale e il tutto per espressa volontà di Papa Francesco.

Oddio, nel corso dei secoli  Santa Romana Ecclesia ha mandato molta gente in galera, al rogo, a morte, in miseria e altro ancora (pur assieme a opere meritorie). Ma MAI  la nomenclatura ecclesiastica  era andata pubblicamente  contro se stessa usando il codice penale e l’esercizio spirituale della prigione. Il gesto è un gesto forte, che richiede coraggio e certezza. Un gesto forte anche per lo stesso  Francesco, un Papa – come scrive Marco Politi – “tra i lupi” che non arretra di fronte alla sua missione di rinnovatore della Chiesa.






Ma non c’è solo fermezza e coerenza in questa nuova presa di posizione della Chiesa. 

1) Innanzitutto nessuna giustificazione al “male” maggiore e peggiore. E cosa c’è di più atroce e nauseabondo della pedofilia? Non diceva forse Gesù:"Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molo meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e venga gettato in mare" parole durissime,  le uniche che non contemplano il perdono.

2) Dalle parole ai fatti. Tutti i grandi leader della storia, dai violenti ai pacifisti, hanno portato avanti le loro idee con estremo rigore. dal giacobino Saint Just che sosteneva che la ghigliottina non si poteva fermare perchè  “cosa avrebbe pensato della rivoluzione il popolo se avesse visto tremare  la mannaia?” E la durezza dei digiuni di Gandhi che sollevavano  intere masse?  Un leader degno di questo nome,   è di esempio, è guida e lo è nella realtà dei fatti, nella pratica, non solo nelle parole!!!

3) Terzo,  ma non ultimo:  individuare e colpire innanzitutto il male che è in noi . Dare sempre la colpa agli altri, a fattori esterni, a cause imprevedibili è un errore fondamentale. Non si avanza, si è ciechi. In noi c’è bene e male e di più,  e  se non si riconosce la natura interiore del male, non c’è tolleranza,  la fede diventa motivo di divisione, di buoni contro cattivi, i buoni essendo sempre noi ed i cattivi gli altri. No, non è così e Papa Francesco restaura in questo il credo originale della parola di Cristo che invita a guardare alla trave che è nei nostri occhi piuttosto che alla pagliuzza in quelli dei fratelli.





 

Nessun commento: