09 febbraio 2009

ELUANA: LA VITA OLTRE LA VITA


(la foto non è di Eluana ma di un'altra donna come lei in stato vegetativo irreversibile)





di Grazia Gaspari

Per Eluana, o meglio per ciò che è rimasto del corpo di Eluana, è cominciato il conto alla rovescia. In molti sono con lei e accompagnano la fine del suo calvario con buoni pensieri o con preghiere. Povera figlia, poveri genitori, che destino! Sì, che duro destino, non solo per la sofferenza fisica, ma per la sofferenza morale, spirituale. Tuttavia da questa sofferenza si alza ad insegnamento per tutti, la dignità, la forza, la tenacia, l’amore di una famiglia che è andata oltre se stessa per amore dei figli.

E mentre Peppino Englaro giganteggia, ci appaiono sempre più piccoli quei cattolici, quei ben pensanti che portano acqua e latte davanti alla clinica di Udine, gesto simbolico per dire di continuare ad alimentare un corpo martoriato e sfigurato da 17 anni di immobilità. Come devono vedersi buoni e giusti. Quale attaccamento, ma Gesù non aveva detto che il suo, il loro, regno non è di questo mondo?.

Sembra che una mano anonima abbia scritto in un muro vicino alla clinica: “Peppino boia”. Il cardinale Angelo Bagnasco lo ha scritto in un editoriale sull’Avvenire.

Quale carità cristiana li spinge a tali comportamenti? Hanno sempre due pesi e due misure….. (ricordate la teoria della doppia verita?) A Giovanni Paolo II fu tolto il sondino che lo alimentava, come scrive il suo segretario nel libro di memorie, per lasciare che “andasse al Padre”… Eluana no! I Papi hanno uno statuto speciale anche con Dio!

Ma chi sono questi piccoli, grandi Torquemada, che in nome della vita che non è vita, condannano un’anima alla galera spirituale? Un corpo alla consunzione infinita solo per affermare i loro paradigmi? Ha ragione Peppino Inglaro: “non possono imporre il loro credo”

Voglio riportare alcuni brani di una lettera di Luciano di Natale anche lui padre di una figlia di 25 anni da due anni in stato vegetativo permanente, che ho trovato in rete e che ci aiuta a capire ancora di più il dramma di quelle persone, in Italia sono circa 2500, e di quelle famiglie che a differenza di Peppino Inglaro non hanno la forza di combattere una così dura battaglia.

“RISPETTIAMO il dolore di un padre – scrive Luciano di Natale –
www.radiortm.it/Notizia.asp?Id=14042 che con grande dignità ha lottato e lotta per il bene di sua figlia, e facciano religioso silenzio quei preti con i loro sagrestani che contestano la giusta sentenza dei Giudici di Milano che hanno dimostrato equilibrio e grande umanità …... Nella sentenza c’è il rispetto per l’uomo. Il rispetto per Eluana. Ho l’ impressione invece che una parte del clero ami di più la dottrina consolidata piuttosto che l’uomo. (….)

“Per un momento fermiamoci, riflettiamo e immaginiamo che gravissimi danni cerebrali, riportati a seguito di un forte trauma cranico, ci costringano a stare giorno e notte a letto oppure in una sedia a rotelle, senza avere la possibilità di vedere e di sentire le voci dei nostri cari e di cacciare via una mosca dal viso perché incapaci di muovere anche un dito.

Immaginiamo di non riuscire a trattenere l’urina e le feci e di sentirci voltare e rivoltare da mani esperte sul letto ogni tre ore per il cambio del pannolone come quando eravamo bambini , di non poter mangiare nulla perché non riusciamo a deglutire , di non riuscire a bere perché l’acqua andando in trachea ci farebbe soffocare, di sentire i liquidi invadere lo stomaco tramite un foro fatto nella pancia.

Immaginiamo di avere un tubo inserito nella gola che ci consente di respirare ma che ci provochi, quando tossiamo o starnutiamo, dolorose lacerazioni alla trachea.

Immaginiamo di avere passato tre mesi in una sala di rianimazione con forti crisi epilettiche e di esserne usciti con gli arti deformati per la lunga immobilità e poi di avere fatto degli inutili viaggi della speranza ( con i nostri cari) in Italia o all’estero.

Immaginiamo di essere stati sottoposti a tre interventi chirurgici ai polmoni a causa di forti difficoltà respiratorie (…)

Immaginiamo di non avere speranze di guarigione o di una vita umanamente accettabile. Accetteremmo di vivere una vita così oppure , se potessimo farlo, rifiutare le “ buone” intenzioni dei medici che ci vogliono dare per una vita di stenti e dire: No grazie io non voglio la vostra elemosina, non voglio che sia violata la mia dignità

Mia figlia ed Eluana sono doppiamente sfortunate perché oltre ad avere le loro giovani vite spezzate , non hanno potuto rifiutare l’uso della “tecnologia avanzata” delle sale di rianimazione per chiedere di morire secondo natura . I medici delle rianimazioni, avendo a disposizione apparecchiature tecnologicamente avanzate, sono in grado di strappare alla morte molti pazienti sottoponendoli a tutte le cure possibili, anche se consapevoli della loro inutilità e delle conseguenti sofferenze (….)

Spesso l’esito di un coma degenera in uno stato vegetativo; di esso dice la letteratura scientifica: “E’ il più controverso disturbo della coscienza; è un fenomeno moderno, prima sconosciuto, prodotto delle rianimazioni e delle terapie intensive…. “

Io dico che lo stato vegetativo che non è vita, ma non è nemmeno morte è mostruoso….

E’ un ibrido di vita e, simultaneamente, di morte. Non è accettabile questa degenerazione della medicina. Penso che se si facesse un referendum in Italia, dopo una vera informazione, il 95 % degli italiani (il resto sarebbero fondamentalisti religiosi, o masochisti, o disinformati) voterebbe per il testamento biologico

E facciano silenzio soprattutto quei politici che con l’uso quotidiano dei mass-media si ergono ad arbitri e custodi della vita. Penso che, da loro, Eluana è trattata come un mezzo per difendere la loro morale che vorrebbero imporre a tutti. Tremo all’idea che possano discutere di una materia tanto delicata come il testamento biologico o altri problemi di etica tali politici, politici che non sono stati scelti direttamente dagli italiani ma dalle segreterie dei partiti, che hanno dimostrato uno scarsissimo senso dello Stato ignorando totalmente gli obiettivi ideali e concreti che che dovrebbero essere propri della politica.”

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