
di Grazia Gaspari
Oggi, salvo qualche variante relativa alla collocazione geografica e dunque lunare, i musulmani di tutto il mondo, festeggiano la festa di "Id al Fitr" ovvero la fine del Ramadan, il mese in cui i credenti dall'alba al tramonto si astengono dal cibo, dalle bevande, dal fumo e dai rapporti sessuali. Per i musulmani il digiuno insegna all'uomo l'autodisciplina, la pazienza, l'amore per Dio e le sofferenze e le privazioni dei poveri e lo invoglia dunque alla solidarietà.
Papa Francesco ha voluto porgere i propri auguri ai musulmani italiani e del mondo scrivendo un messaggio di proprio pugno, non affidato come di consueto ad una qualche segreteria vaticana.
Un altro gesto innovativo da parte di questo Papa dopo l'eclatante corona in mare a Lampedusa. Spesso, infatti, noi giornalisti ci soffermiamo sull'esteriorità (la borsa, le scarpe, l'auto, ecc.) poco sulle parole, mentre sono invece assai importanti. E cosa scrive allora questo Papa?
Un altro gesto innovativo da parte di questo Papa dopo l'eclatante corona in mare a Lampedusa. Spesso, infatti, noi giornalisti ci soffermiamo sull'esteriorità (la borsa, le scarpe, l'auto, ecc.) poco sulle parole, mentre sono invece assai importanti. E cosa scrive allora questo Papa?
Innanzitutto chiama cristiani e musulmani a rispettare in modo reciproco “la religione dell’altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori”, educando i propri giovani a questo atteggiamento e a manifestare “uno speciale rispetto” ai “capi religiosi e ai luoghi di culto”. Poiché “quanto dolore arrecano gli attacchi all’uno o all’altro!”.
Fondamentale diventa quindi trasmettere questa consapevolezza “evitando di mettere in ridicolo o denigrando le loro convinzioni e pratiche. Sappiamo tutti che il mutuo rispetto è fondamentale in ogni relazione umana, specialmente tra persone che professano una credenza religiosa. È così che può crescere un’amicizia sincera e duratura”.
“Ciò che siamo chiamati a rispettare in ciascuna persona - scrive ancora il Papa - è innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche”.
In altre parole, puntualizza, siamo chiamati “a pensare, parlare e scrivere dell’altro in modo rispettoso, non solo in sua presenza, ma sempre e dovunque, evitando ingiuste critiche o diffamazioni”. E qui, "entra in gioco la grande responsabilità di famiglie, scuole, insegnamento religioso, mass media".
Rispettare l'altro e la sua diversità, (ricordo anche la frase a proposito delle lobby gay in Vaticano: "Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo?") Ecco un principio, un concetto che non si è mai sentito pronunciare in Vaticano.
Rispettare l'altro e la sua diversità in questa accezione, mi si passi il parallelo, non appartiene nemmeno al PD. E' un principio che implica tolleranza e magnanimità .... due qualità rare anche nella sinistra.
Rispettare l'altro e la sua diversità in questa accezione, mi si passi il parallelo, non appartiene nemmeno al PD. E' un principio che implica tolleranza e magnanimità .... due qualità rare anche nella sinistra.