08 agosto 2013

"RISPETTARE IL DIVERSO". Messaggio del Papa ai musulmani per la festa di fine Ramadan




di Grazia Gaspari


Oggi, salvo qualche variante relativa alla collocazione geografica e dunque lunare, i musulmani di tutto il mondo, festeggiano la festa di "Id al Fitr" ovvero la fine del Ramadan, il mese in cui i credenti dall'alba al tramonto si astengono dal cibo, dalle bevande, dal fumo e dai rapporti sessuali. Per i musulmani il digiuno insegna all'uomo l'autodisciplina, la pazienza, l'amore per Dio e le sofferenze e le privazioni dei poveri e lo invoglia dunque alla solidarietà.


Papa Francesco ha voluto porgere i propri auguri ai musulmani italiani e del mondo scrivendo un messaggio di proprio pugno,  non affidato come di consueto  ad una qualche segreteria vaticana.

Un altro gesto  innovativo da parte di questo Papa dopo l'eclatante corona in mare a Lampedusa. Spesso, infatti,  noi giornalisti ci soffermiamo sull'esteriorità (la borsa, le scarpe, l'auto, ecc.) poco sulle parole, mentre sono invece assai importanti. E cosa scrive allora questo Papa?

Innanzitutto chiama  cristiani e musulmani a rispettare in modo reciproco “la religione dell’altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori”, educando i propri giovani a questo atteggiamento e a manifestare “uno speciale rispetto” ai “capi religiosi e ai luoghi di culto”. Poiché “quanto dolore arrecano gli attacchi all’uno o all’altro!”. 

Fondamentale diventa quindi trasmettere questa consapevolezza  “evitando di mettere in ridicolo o denigrando  le loro convinzioni e pratiche. Sappiamo tutti che il mutuo rispetto è fondamentale in ogni relazione umana, specialmente tra persone che professano una credenza religiosa. È così che può crescere un’amicizia sincera e duratura”. 




 “Ciò che siamo chiamati a rispettare in ciascuna persona - scrive ancora il Papa - è innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche”. 

In altre parole, puntualizza, siamo chiamati “a pensare, parlare e scrivere dell’altro in modo rispettoso, non solo in sua presenza, ma sempre e dovunque, evitando ingiuste critiche o diffamazioni”. E qui, "entra in gioco la grande responsabilità di famiglie, scuole, insegnamento religioso, mass media".

Rispettare l'altro e la sua diversità, (ricordo anche  la frase a proposito delle lobby gay in Vaticano: "Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo?") Ecco un principio, un concetto che  non si è mai sentito pronunciare in Vaticano. 

Rispettare l'altro e la sua diversità in questa accezione, mi si passi il parallelo, non appartiene nemmeno al PD.  E' un principio che implica tolleranza e magnanimità .... due qualità  rare anche nella sinistra. 











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