18 novembre 2006

I DIRITTI DELLE DONNE NON SONO DIRITTI


















Questa è la lettera inviata al Segretario del sindacato Usigrai, Carlo Verna con qualche omissione di carattere strettamente interno


Caro Segretario,
Alessandra De Stefano, un caso che tu ben conosci dal momento che lei si è rivolta da tempo a tutti e in primis a te, ha chiesto il nostro aiuto per il suo ricongiungimento familiare. Ci ha mandato una lettera in cui racconta la sua storia e la storia della sua richiesta perennemente respinta.
Si tratta di una lettera che denuncia la discrinazione nei confronti delle donne, in Rai, non solo nelle carriere, ma addirittura nella negazione dei diritti fondamentali della persona come quello di avere una famiglia in cui e con cui vivere!!!
Allora, ti faccio innanzitutto presente:
  • la corrente legislazione relativa al diritto di famiglia e dunque al ricongiungimento familiare. Che tu in quanto avvocato, ben conosci! Ma anche l'ultima DIRETTIVA 2006/54/CE del PARLAMENTO EUROPEO e del CONSIGLIO approvata i l 5 luglio 2006 riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego che ti allego e che prevede anche sanzioni per le aziende degli Stati membri che non la applichino. La normativa è stata approvata anche in vista del 2007, anno che l'Unione Europea ha proclamato anno delle pari opportunità. ......
  • Penso che uno dei compiti della Commissione Pari Opportunità vecchia e nuova, sia quello di aiutare le colleghe in merito ai problemi relativi alla maternità e alla famiglia. Se è vero che al giornalista padre è stata offerta la possibilità di optare per trattamenti particolari in caso di figli minori o malati, non si vede perchè non si debba aiutare i colleghi nei casi di ricongiungimento familiare. Mi risulta che i casi siano limitati, quindi è fattibile una soluzione per tutti.
  • Nel caso di Alessandra De Stefano, trovo particolarmente crudele che le si impedisca di formare una normale famiglia, per il solo fatto che l'Azienda paventa una possibile richiesta da parte sua di diventare corrispondente. A parte che a lei questo non interessa, ma se anche fosse? Un uomo si può mandare ovunque e se chiede di diventare corrispondente... non importa!!! Ma guai se si tratta di una collega, che oltretutto ha le carte in regola professionalmente!!! O forse non ha in regola le carte politiche

Caro Segretario, tu sai quanto ti stimo, ma con altrettanta sincerità ti dico che se non ve ne occupate voi, subito, di risolvere positivamente il caso, lo faremo noi. Chiameremo in causa tutti: il Presidente e il Consiglio di Amministrazione Rai, la Cpo delle lavoratrici Rai, tutti i comitati femminili italiani, le donne dei vari partiti di maggioranza e opposizione, la chiesa cattolica, i cattolici della Margherita e dell'Udc e via via tutti quelli che ci verranno in mente e che ci vorranno ascoltare... e non credo che siano pochi!!!

Noi siamo solo delle giornaliste, non abbiamo molto potere vista la discriminazione sessista che ancora vige sul lavoro. Ma un potere l'abbiamo e da sempre: la nostra voce..... la nostra parola. Nessuno può fermarla, sarà dilagante..... grazie anche alla Rete. La lasceremo, come diceva Martin Luter King, "Risuonare" da ogni monte .... da ogni pendice" Innanzitutto porteremo il caso a conoscenza della Dr.ssa Clerici, consigliere d'Amministrazione, che a suo tempo ci ha ricevuto, ci ha sostenuto e si è dichiarata con noi solidale, anzi ci ha offerto il suo aiuto.

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