28 ottobre 2009

DALLA PARTE DELLE BAMBINE? NO MONTALTO STA DALLA PARTE DEGLI STUPRATORI




di Grazia Gaspari

Nel 2006 Sorelleditalia fu inaugurato con un post dal titolo: “Siamo tutte stuprate”. L’articolo si riferiva ad una sentenza della Corte di Cassazione che accogliendo il ricorso di un uomo che aveva violentato una ragazzina di 14 anni, aveva stabilito che in caso di non illibatezza della donna, lo stupro era meno grave.

Oggi di fronte ad una cittadina, Montalto di Castro (al confine tra Lazio e Toscana) che globalmente si schiera, sindaco in testa, accanto ad otto giovanissimi stupratori e condanna la vittima (15 anni all’epoca dei fatti), ci viene spontaneo gridare, ancora una volta, come donne, come madri, come sorelle: “Siamo tutte stuprate”.

Come è possibile che degli adolescenti si eccitino davanti ad una ragazzina che grida, che li respinge, che piange? Come è possibile che dei giovani uomini che un domani saranno dei professionisti, degli operatori sociali e magari dei tutori dell’ordine, non sentano repulsione perché colpiscono, anziché difendere, una creatura più debole, una donna? Come è possibile che un’intera comunità si schieri con i carnefici anzichè con la vittima? Fisicamente sono stati in otto, moralmente in diecimila. Ed è l’aspetto più disgustoso. Solo una donna ha avuto il coraggio di dichiarare davanti alle telecamere di Canale5: “sono solidale con la vittima” ."I genitori devono insegnare ai figli maschi a tenere abbottonati i pantaloni”! E per poco non veniva picchiata!

I fatti risalgono al 2007. La ragazzina fu violentata in una pineta per 3 ore di seguito al termine di una festicciola di compleanno. Siccome osò denunciare quei rampanti rampolli fu moralmente e socialmente lapidata, fisicamente espulsa dalla comunità. La colpa era sua, non era una ragazza seria, portava la minigonna. Eppure il suo curriculum scolastico era ottimo. Alle udienze del processo che è stato comunque rinviato al 2012, al termine della cosiddetta messa in prova concessa agli indagati dal Tribunale dei Minori di Roma, accanto alla madre, c’era solo la sua avvocatessa.

L’altra cosa ignobile è che un sindaco, nel caso specifico tale Salvatore Carai del PD, abbia difeso gli stupratori non solo a parole, ma anticipando la somma di 40 mila euro (prelevate dalle casse del comune) perchè fosse garantita la migliore difesa legale. E non c’è stato verso, non sono bastate nemmeno le parole della senatrice Anna Finocchiaro, collega di partito, da lui bollata: “una talebana del c….”

La provincia di Viterbo però ha dichiarato ieri di volersi costituire parte civile qualora il processo contro gli stupratori in erba dovesse riprendere. La decisione è stata un po’ forzata: c’è voluta l’aggressione alla troupe di Canale5 che conduceva a Montalto un reportage sulla vicenda e le minacce di “Telefono Rosa” di boicottare il turismo nella Tuscia.

Che brutta storia, che cattiveria! Viene in mente il profondo medioevo quando le donne venivano bruciate come streghe o sommariamente eliminate perché ritenute devianti dalla cultura collettiva. Possibile che la comunità di Montalto non si renda conto di quanto odiosa sia la sua posizione e di quanto ingiusta appaia agli occhi di qualsiasi persona ragionevole?

E’ ora davvero di cambiare mentalità e classe dirigente. Lara Cardella, autrice del best seller (oltre 2 milioni di copie vendute) “Volevo i pantaloni” di ispirazione autobiografica che descrive le vicende di una ragazza nella Sicilia maschilista di fine anni ottanta, ha fondato su Facebook il gruppo “Stupro di Montalto: scuse immediate e dimissioni del sindaco”. Sono già state raccolte oltre 5000 adesioni: portiamo anche la nostra.

E’ in corso anche un invio di firme alla pagina di Bersani per le dimissioni del sindaco di Montalto. Questo è l'indirizzo del gruppo cui aderire su Facebook

Nessun commento: