Intervista di Iva Testa
La crisi del PD è pesante e
speriamo risolvibile, servono profondi cambiamenti culturali, organizzativi e
nei gruppi dirigenti. Non si fa un
partito nuovo con idee uomini e donne “ vecchi “. Ritengo un errore grave, ad esempio, la sospensione dei lavori parlamentari.
Questo è un governo di necessità, frutto
di questa pessima legge elettorale e del negativo risultato del voto, ma
occorre starci con la schiena diritta senza tradire i valori fondamentali e con comportamenti rispettosi del migliore parlamentarismo
In prossimità del congresso del
PD, iniziamo una serie di interviste all’interno del partito per cogliere
pareri, umori, critiche, punti di vista, consigli e quant altro. Apriamo con Adriana Mollaroli nata in provincia di Pesaro. Ha
frequentato il Liceo scientifico, poi la laurea in Lettere Moderne
all'Università La Sapienza di Roma. Sposata, senza figli, risiede a Fano, Ha
scelto la politica di mestiere...già comunista ai tempi dell'Università, è
stata assessora comunale e consigliera regionale nelle Marche, sempre nelle
fila del PCI e poi PD
.
La mia esperienza politica è
molto datata. Ho iniziato negli organi collegiali nella scuola agli inizi degli anni ’70 al Liceo di
Pergola, ho frequentato gruppi
dell’estrema sinistra durante i primi anni dell’Università alla Sapienza di
Roma , ma non mi hanno mai convinta, e , nel 1975 ( gli anni di Berlinguer
),l’ iscrizione al PCI e poi tutta l’evoluzione fino all’attuale PD.
Il PCI dei miei anni giovanili
era un Partito serio con progetti ,
valori , un popolo di iscritti,
regole condivise, cursus honorum per le
carriere, gruppi dirigenti autorevoli. Non privo di enormi difetti certo tra i
più gravi, per me, le reticenza nei
confronti del socialismo reale e il centralismo democratico. Leaders veri ? Tanti e tante, Berlinguer in primis, Ingrao,
Natta. Tanti grandi sindaci Petroselli ,
Zangheri, Imbeni, Novelli
Il PCI ha cambiato, nel corso
degli anni, sigla e identità
La questione è complessa e io non ho sempre condiviso tutti i
passaggi. Sulla nascita del PD avevo forti perplessità e nel congresso mi sono
battuta per il NO. Ho scelto poi di restare perché l’alternativa era debole e
perché non mi sentivo di abbandonare tante relazioni umane, in particolare con
donne, con le quali avevo vissuto la mia vita politica. Cambiare, innovando
cultura e progetti era indispensabile, ma andava fatto nell’ottica di rileggere il mondo
contemporaneo e trovare idee e proposte
per trasformarlo.
Non ci siamo riusciti e siamo
ancora in mezzo ad un guado culturale,
progettuale, politico. Di fronte alla crisi questo è diventato un dramma. Non ci sono proposte adeguate.
Abbiamo perso le elezioni non solo per una pessima campagna comunicativa, ma per assenza di idee e
proposte da comunicare e questo è
imperdonabile. Quindi meglio cambiare.
Lei ha ricoperto incarichi
politici di responsabilità. E' stata
anche consigliera regionale nelle Marche. Cosa, oltre
all'impegno attivo, ha portato in sé come ricordo e bagaglio?
La mia
esperienza politica è stata
indubbiamente ricca . Ho vissuto la militanza di base , la presenza a
vari livelli (nazionali e locali) negli organismi dirigenti e poi la rappresentanza
istituzionale . Sono stata 5 anni assessora
comunale nella città in cui vivo
(Fano) e 10 anni consigliera regionale nelle Marche (la mia terra), poi nel
rispetto delle regole (senza bisogno di rottamazione) sono tornata al mio lavoro di
insegnante. Considero l’ esperienza politica
straordinariamente importante ,bella
e, nessuno, mi convincerà mai della sua
inutilità. Cosa mi ha lasciato ?
Quale bagaglio ? Una ricchezza umana e culturale enorme , una grande conoscenza della realtà , delle dinamiche
sociali e del funzionamento del potere irraggiungibile
con solo
studio e lavoro.
Oggi il PD attraversa uno dei
periodi più neri della sua storia. Come
giudica la decisione di
consentire, con il proprio voto, un giorno di sospensione dei lavori
parlamentari? Non era mai successo nella nostra
se pur giovane, Repubblica.
La crisi del PD è pesante e
speriamo risolvibile, servono profondi cambiamenti culturali, organizzativi e
nei gruppi dirigenti. Non si fa un
partito nuovo con idee uomini e donne “ vecchi “. Ritengo un errore grave la sospensione dei lavori parlamentari.
Questo è un governo di necessità, frutto
di questa pessima legge elettorale e del negativo risultato del voto, ma
occorre starci con la schiena diritta senza tradire i valori fondamentali e con comportamenti rispettosi del migliore parlamentarismo.

La base del partito é
disorientata...non si riconosce nelle scelte attuali del gruppo dirigente.
Hanno ragione?
Precisato che Il termine “ base” andrebbe indagato meglio, io sono stupita ,
almeno nei miei territori, delle sue
scarsissime reazioni . La “ base”
è disorientata , narcotizzata , quasi muta , da troppo tempo non si sente
protagonista . In questi anni è stata
interpellata solo per la scelta dei segretari o altre cariche, mai
coinvolta nella costruzione di un
progetto politico. Nella mia provincia poi, dove il PD governa quasi
ovunque e da molti anni , l’abitudine ad occuparsi della gestione del
potere (inteso in chi va dove e non chi fa cosa) la situazione è quasi peggiore. In questo senso anche le primarie,
sicuramente utili in alcuni casi, andrebbero rivisitate.
Cosa dovrebbe fare oggi il PD per recuperare credibilità e consenso?
Per recuperare credibilità e
consenso occorre accelerare il congresso, darsi un progetto, un assetto
organizzativo un/a leader autorevole e
popolare capace di parlare
al paese , ma soprattutto agire per imprimere una svolta alla crisi culturale
ed economica dell’ Italia.
Un'ultima domanda: ad una sua
classe come spiegherebbe cosa significa essere di sinistra oggi?
Essere di sinistra significa pensare e voler realizzare una società
che permetta a tutte/i di
scegliere liberamente e consapevolmente il proprio futuro. Intendendo per
liberamente, la eliminazione delle discriminazioni sociali ,
economiche e di provenienza geografica.
Consapevolmente , cioè il possesso di
strumenti culturali e analitici
che permettano di conoscersi e decidere il proprio avvenire. Credo
niente di nuovo rispetto al consolidato pensiero storico in materia, ma ai
giovani oggi servono soprattutto esempi.
