26 luglio 2013

Cosa bolle nel PD .... aspettando il congresso




Intervista di Iva Testa 

La crisi del PD è pesante e speriamo risolvibile, servono profondi cambiamenti culturali, organizzativi e nei gruppi dirigenti.  Non si fa un partito nuovo con idee uomini e donne “ vecchi “. Ritengo un errore  grave, ad esempio,  la sospensione dei lavori parlamentari. Questo è un governo di necessità,  frutto di questa pessima legge elettorale e del negativo risultato del voto, ma occorre starci con la schiena diritta senza tradire i  valori fondamentali e con comportamenti  rispettosi del migliore parlamentarismo

In prossimità del congresso del PD, iniziamo una serie di interviste all’interno del partito per cogliere pareri, umori, critiche, punti di vista, consigli e quant altro. Apriamo con  Adriana Mollaroli nata in provincia di Pesaro. Ha frequentato il Liceo scientifico, poi la laurea in Lettere Moderne all'Università La Sapienza di Roma. Sposata, senza figli, risiede a Fano, Ha scelto la politica di mestiere...già comunista ai tempi dell'Università, è stata assessora comunale e consigliera regionale nelle Marche, sempre nelle fila del PCI e poi PD
.
La mia esperienza politica è molto datata. Ho iniziato negli organi collegiali nella scuola  agli inizi degli anni ’70 al Liceo di Pergola, ho frequentato  gruppi dell’estrema sinistra durante i primi anni dell’Università alla Sapienza di Roma , ma non mi hanno mai convinta, e , nel 1975 ( gli anni di Berlinguer ),l’  iscrizione al PCI e   poi tutta l’evoluzione  fino all’attuale PD.  
Il PCI dei miei anni giovanili era un Partito serio  con progetti , valori  , un popolo di iscritti, regole  condivise, cursus honorum per le carriere, gruppi dirigenti autorevoli. Non privo di enormi difetti certo tra i più  gravi, per me, le reticenza nei confronti del socialismo reale  e  il centralismo democratico.  Leaders veri ?  Tanti e tante, Berlinguer in primis, Ingrao, Natta. Tanti grandi sindaci  Petroselli , Zangheri, Imbeni, Novelli

Il PCI ha cambiato, nel corso degli anni, sigla e identità

La questione è complessa  e io non ho sempre condiviso tutti i passaggi. Sulla nascita del PD avevo forti perplessità e nel congresso mi sono battuta per il NO. Ho scelto poi di restare perché l’alternativa era debole e perché non mi sentivo di abbandonare tante relazioni umane, in particolare con donne, con le quali avevo vissuto la mia vita politica. Cambiare, innovando cultura e progetti era indispensabile, ma andava  fatto nell’ottica di rileggere il mondo contemporaneo e trovare idee e proposte  per trasformarlo.
Non ci siamo riusciti e siamo ancora in mezzo ad un  guado culturale, progettuale, politico. Di fronte alla crisi questo è diventato un  dramma. Non ci sono proposte adeguate. Abbiamo perso le elezioni non solo per una pessima campagna  comunicativa, ma per assenza di  idee e  proposte da comunicare  e questo è imperdonabile. Quindi meglio cambiare.

Lei ha ricoperto incarichi politici di responsabilità. E' stata  anche  consigliera  regionale nelle Marche. Cosa, oltre all'impegno attivo, ha portato in sé come ricordo e bagaglio?

 La mia  esperienza politica è  stata indubbiamente ricca . Ho vissuto la militanza di base , la presenza   a  vari livelli (nazionali e locali) negli organismi  dirigenti e poi la rappresentanza istituzionale . Sono stata 5 anni assessora  comunale  nella città in cui vivo (Fano) e 10 anni consigliera regionale nelle Marche (la mia terra), poi nel rispetto delle regole (senza bisogno di rottamazione)  sono tornata al mio lavoro di insegnante.  Considero l’ esperienza  politica  straordinariamente importante ,bella  e, nessuno, mi convincerà mai della sua  inutilità.  Cosa mi ha lasciato ? Quale bagaglio ? Una ricchezza umana e culturale enorme , una grande  conoscenza della realtà , delle dinamiche sociali e del funzionamento del potere  irraggiungibile con  solo  studio   e  lavoro.

Oggi il PD attraversa uno dei periodi più neri della sua storia. Come       giudica    la decisione di consentire, con il proprio voto, un giorno di sospensione dei lavori parlamentari? Non era mai successo nella nostra  se pur giovane, Repubblica.

La crisi del PD è pesante e speriamo risolvibile, servono profondi cambiamenti culturali, organizzativi e nei gruppi dirigenti.  Non si fa un partito nuovo con idee uomini e donne “ vecchi “. Ritengo un errore  grave la sospensione dei lavori parlamentari. Questo è un governo di necessità,  frutto di questa pessima legge elettorale e del negativo risultato del voto, ma occorre starci con la schiena diritta senza tradire i  valori fondamentali e con comportamenti  rispettosi del migliore parlamentarismo.


La base del partito é disorientata...non si riconosce nelle scelte attuali del gruppo dirigente. Hanno ragione?

Precisato  che Il termine “ base”  andrebbe indagato meglio, io sono stupita , almeno nei miei territori, delle sue  scarsissime  reazioni . La “ base” è  disorientata , narcotizzata ,  quasi muta , da troppo tempo non si sente protagonista . In questi anni  è stata interpellata solo per la scelta dei segretari o altre cariche, mai coinvolta  nella costruzione di un progetto politico. Nella mia provincia poi, dove il PD  governa quasi  ovunque e da molti anni , l’abitudine ad occuparsi della gestione del potere (inteso in chi va dove e non chi fa cosa)  la situazione è quasi  peggiore. In questo senso anche le primarie, sicuramente utili in alcuni casi, andrebbero rivisitate.

Cosa dovrebbe fare oggi il PD per recuperare credibilità e consenso?

Per recuperare credibilità e consenso occorre accelerare il congresso, darsi un progetto, un assetto organizzativo un/a  leader autorevole e popolare  capace di  parlare  al paese ,  ma soprattutto agire  per imprimere una svolta alla crisi culturale ed economica dell’ Italia.

Un'ultima domanda: ad una sua classe come spiegherebbe cosa significa essere di sinistra oggi?

 Essere di sinistra significa  pensare e voler realizzare  una società  che permetta  a tutte/i di scegliere liberamente e consapevolmente il proprio futuro. Intendendo per liberamente, la eliminazione delle discriminazioni  sociali ,  economiche e di provenienza geografica.  Consapevolmente , cioè il possesso di  strumenti culturali e analitici  che permettano di conoscersi e decidere il proprio avvenire. Credo niente di nuovo rispetto al consolidato pensiero storico in materia, ma ai giovani oggi servono soprattutto esempi.


 

 Adriana Mollaroli





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