18 marzo 2006

LA MIA PREGHIERA DI PRECARIA...A SAN PRECARIO


di Maria Celeste De martino



Sono una precaria tra i precari. Faccio parte del "bacino fascia B". Secondo l'accordo raggiunto tra sindacati e azienda Rai che ho accettato e firmato lo scorso anno, dovrei lavorare almeno otto mesi l'anno con contratti giornalistici fino alla fine del 2009 per un numero complessivo di 40 mesi lavorativi.
Nel 2005 ho lavorato due mesi e mezzo. Nel 2006, finora, ho avuto un contratto di 13 giorni. L'inadempienza è lampante. Non credete? Ho comunicato la mia situazione al segretario dell'Usigrai, Roberto Natale e ho parlato con due colleghi del coordinamentro precari. Ma non mi hanno saputo dare alcuna spiegazione. L'unica informazione che ho avuto da uno dei due colleghi è che non sono l'unica giornalista a non essere utlizzata dall'azienda, ma vi è anche un'altra collega nella mia stessa condizione.
Siamo solo in due. Mi sembrerebbe abbastanza anche se fossi l'unica per esprimere perplessità e indignazione. Dopo una serie di riflessioni e considerazioni ho accettato la proposta lavorativa della Rai principalmente per motivi professionali. Avevo un'alternativa, ma ho preferito gli otto mesi l'anno in Rai.
Ora, mi trovo senza lavoro, con una chance professionale mancata, e oltretutto con spese economiche non preventivate da affrontare (pagamento autonomo della Casagit e dei contributi Inpgi). Inoltre, l'inadempienza da parte della Rai causa un ulteriore effetto: la mancata maturazione del sussidio di disoccupazione che in periodi di necessità può aiutare.
Sento di aver subito e di continuare a subire un danno professionale enorme.

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